La raffinata arte di Vinciguerra

Il celebre chef ha presentato il suo nuovo menù degustazione, «che trae ispirazione dalle mie origini»

Una cucina in continua evoluzione, che sorprende senza mai perdere di vista i prodotti ed i colori mediterranei. Un vero e proprio regalo per gli amanti dei sapori autentici.

La personalità dello chef stellato si riflette nei piatti, disegnati e concepiti da lui stesso: la pulizia nella presentazione, i sapori netti e l’eccellenza delle materie prime coniugano l’essenza di una cucina sincera, tradizionale e insieme moderna. Vinciguerra ha presentato lunedì sera il suo nuovo menù degustazione: «che trae ispirazione dalle mie origini», ha spiegato, con un tocco di genialità. È una festa per il palato quella andata in scena l’altro ieri nella bella villa liberty dove la degustazione,che ha visto presenti giornalisti e food blogger. In menù c’è lo storico Profumo il piatto che ha reso celebre lo chef titolare di una stella Michelin. La storia del piatto è avvincente.

«Osservando i clienti – racconta Vinciguerra – mi sono reso conto che in molti hanno l’istinto di annusare il piatto».

Ma non sta bene. È una gran cosa per lo chef, capiamoci, ma per il “pubblico” non è bello.

E allora ecco. Una boulle che va erta per annusarne prima il profumo.

Con garbo. Poi va mescolata. Quindi mangiata. E il gin sul finale ti cambia la vita. I piatto di Vinciguerra raccontano una storia. La sua.

C’è alla carta L’isola che non c’è. Una nuvola di zucchero filato «ci consegnarono anni fa una macchina per realizzarlo», ha spiegato Vinciguerra uomo e chef gigantesco che resta bambino. Gli ricordò quella macchinala sua infanzia nelle fiere.

Ne ha fatto un piatto salato con gelatina di aceto balsamico, olio di oliva, pomodori e arachidi salate, che da solo, vale la carta.

È sorprendente: la nuvola va tagliata in quattro e avvolta sulla forchetta inglobando tutti gli ingredienti.

E sulla forchetta c’è qualcosa di assurdamente buono.

E ancora abbia o il Risolio: «riso mantecato all’olio d’oliva – racconta Vinciguerra – che anni fa non spiegavamo, perchè pareva, un risotto non mantecato con il burro, strano. Eppure è così buono».

Buono è riduttivo: il risotto, guarnito con capperi di Pantelleria essiccati, è una festa per il palato.

Lunedì sera lo chef che ha reso celebre Gallarate nel mondo ha presentato anche il suo piatto segreto.

Il nuovo arrivo alla carta.

Una costina di maiale marinata con soia e prugne cotta sotto vuoto.un piatto sapido che si scioglie in bocca. Qualche food blogger ha storto il naso, o meglio ha detto «non mi sarei aspettato un piatto così al termine di questo menù», ma gli altri commensali le hanno perdonate per il giudizio espresso. La costina era strepitosa: non serviva nemmeno tagliarla tanto era tenera. Si chiude con il dessert. Pastiera napoletana. Babbà.

Creme Brullé. E un aroma di bergamotto che con il ghiaccio secco si sparge sul tavolo andando ad aggiungere un ingrediente inaspettato.

È la festa del palato.

È la stella che è giusto stai a Gallarate.