Un altro richiedente asilo pusher. L’ira di Cassani: «Tutta colpa della legge»

Nigeriano fermato in flagranza in stazione. Il sindaco: «Gente abbandonata senza possibilità»

«Stesso posto, stesse persone, stesse modalità. Abbiamo purtroppo l’ennesima riprova di come la legge sull’accoglienza dei richiedenti asilo stia creando una “nuova generazione” di spacciatori e di persone costrette a delinquere per sopravvivere». Così il sindaco , commenta l’ennesimo arresto per spaccio di sostanze stupefacenti, avvenuto in stazione a Gallarate.

A due settimane di distanza infatti, gli uomini della commissariato della Polizia di Stato, con l’aiuto dei sistemi di video sorveglianza della polizia locale di Gallarate, hanno colto in flagranza di reato un giovane nigeriano richiedente asilo politico e senza fissa dimora. Nella giornata di lunedì, un gruppo di giovani ragazzi italiani (tra cui un minorenne) si sono avvicinati ad un gruppo di stranieri. Uno di loro, dopo aver ricevuto i soldi in contanti, ha estratto dalla tasca un involucro contenente la dose di stupefacente. Per loro “sfortuna” però, in una delle attività commerciale di piazzale Giovanni XXIII, si erano appostati degli agenti in borghese che, appena terminato lo scambio, hanno fermato sia lo spacciatore (sequestrando la merce) che gli acquirenti.

«Stiamo lavorando assieme e continueremo a farlo» afferma , assessore alla sicurezza – La nostra è un’opera sì di repressione ma soprattutto di prevenzione, finalizzare a stroncare i radicarsi di zone di spaccio». E, come accaduto «la persona arrestata non risulta essere nota alle forze dell’ordine – precisa Cassani – È perciò facile immaginare che si tratti di uno degli stranieri arrivati in Italia senza reati alle spalle e poi abbandonato al suo destino al termine del periodo all’interno

dei centri profughi». «Ripeto – continua il sindaco – questa gente, una volta esclusa dai programmi di accoglienza, viene gettata in mezzo ad una strada con nessuna alternativa se non quella di iniziare a vendere droga, rubare e rapinare per potere sopravvivere». Inoltre «se la prefettura e il ministero dell’Interno mettessero la stessa abnegazione nel rispedire a casa questi soggetti che mettono nell’impugnare le ordinanze dei sindaci – conclude – Gallarate e tanti altri Comuni lombardi avrebbero molti problemi in meno».