Una crisi che prende piede nel lontano 1998. E la lounge? Perché creare un altro imbarazzo?

Il commento di Alessandra Pedroni sulla situazione di Alitalia

Giusto un paio di episodi, nel corso degli ultimi due anni, per tratteggiare quello che oggi potrebbe essere definito l’imbarazzo Alitalia. «Vogliamo riprenderci il traffico che riteniamo nostro», dichiarava l’ad Silvano Cassano a giugno 2015. «Alitalia ha permesso a Lufthansa e Air France di strapparle traffico, ma il passato è passato e vogliamo rimettere il destino nelle nostre mani». L’annuncio da un hangar di Malpensa vestito a festa per una grande occasione, quella della nuova livrea dell’Airbus A330 con la partecipazione di Ilaria D’Amico che, dopo l’annuncio a Roma, non mancava di tenere le fila dell’evento in pompa magna anche a Malpensa.

Insieme a mister Hogan per Etihad, l’ad ricordava a tutti che aver perso traffico di passeggeri aveva danneggiato anche il sistema economico italiano. Sante parole, più e più volte fatte riecheggiare, invano, anche dagli imprenditori della provincia di Varese.

Ma il “caso” Alitalia ha radici profonde, fin da quando veniva gettato al vento il possibile matrimonio con Klm in vista dell’apertura di Malpensa 2000, nell’ottobre ’98. Nasceva un grande aeroporto al Nord per la compagnia aerea di bandiera che, però, non ne voleva sapere. E, complice la politica e il management Alitalia, preferiva trasferire equipaggi (con costi di trasferta elevati e occupazione di posti a sedere sottratti ai passeggeri) da Roma alla provincia di Varese per formare il team che sarebbe decollato da Malpensa piuttosto che aprire una base anche qui. Dal 2008 ad oggi, è quasi storia recente, sempre a sfavore di Malpensa persino nel traffico merci con la messa a terra di tutti – e ribadiamo tutti – gli aerei cargo Alitalia all’inizio del 2010 lasciando ampio spazio alla concorrenza.

Nel 2016, però, l’architetto di fama internazionale Marco Piva, noto per aver firmato progetti come il porto di Dubai o il Bulgari window concept design, veniva scelto per progettare “Casa Alitalia”, la nuova lounge a Malpensa. E la domanda sorge spontanea: perché? Per creare un altro imbarazzo?