Coltivare talenti è coltivare la conoscenza. E si cresce quando la competenza “fa squadra”

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Ricercare e coltivare talenti: oggi come ieri sono queste le parole d’ordine per ogni imprenditore, perché il patrimonio umano di una azienda può fare la differenza e permettere di battere la concorrenza su di un mercato sempre più globale.
Di storie che raccontano il successo aziendale a partire da collaboratori talentuosi è piena la “dottrina”, ma cosa significa veramente talenti? Per chi lavora a stretto contatto con le imprese del territorio non ci sono dubbi: «La

definizione a nostro avviso più centrata del termine “talento” – dicono dall’Area Lavoro di Confartigianato Imprese Varese – è capacità innata».
Ma di quale capacità si tratta e come fare a riconoscerla? «La capacità da ricercare – rispondono sempre dall’Associazione di viale Milano citando una ricerca Isfol di Michele Pellerey – è la competenza, ovvero l’agire sapiente e la gestione della conoscenza organizzativa quale patrimonio condiviso dell’azienda».
In altre parole non è sufficiente imbattersi in collaboratori talentuosi e competenti, ma occorre qualcosa in più, ovvero che la competenza sia condivisa e si creino così centri di competenze condivise: solo in questo modo essa diventa una chiave di successo per tutta l’azienda.
«L’esperienza – dicono ancora gli esperti – ci insegna che ciò che distingue un buon collaboratore da uno mediocre è, dunque, quanto costui sa della nostra azienda e quanto è allineato con i nostri valori aziendali. Infatti un collaboratore che ci conosce e ci apprezza è capace di condividere e trasferire ad altri lavoratori, in seno all’organizzazione, il nostro sapere aziendale».
È chiaro che in questo modo il nostro collaboratore di talento acquisisce un valore inestimabile, proprio perché forma gli altri alla conoscenza. La conseguenza estrema di tutto ciò? È un circolo virtuoso di sapere e saper fare, al quale tutti i lavoratori dell’organizzazione hanno accesso. «I talenti, però – ci mettono in guardia gli esperti – non vanno semplicemente trovati: una volta trovati vanno mantenuti all’interno dell’organizzazione».
Per avere profili talentuosi è necessario, perciò, attivare non solo un’ottima ricerca e selezione del personale, ma anche investire in formazione e premiare i collaboratori migliori.
Come? «Si tratta di procedure che riguardano Welfare aziendale, piani di inserimento, formazione e crescita dei dipendenti che vanno messe in pratica sotto la guida di chi, come noi qui in Confartigianato, ha esperienza e competenze in materia».

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