Per gli over 63 la via della pensione è in discesa con il part-time agevolato

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Part-time agevolato per gli over 63 che, prossimi alla pensione potranno accedere a un periodo di passaggio graduale dal tempo pieno al tempo zero: un modo meno brusco di cambiare vita, ma anche un meccanismo che in qualche modo dovrebbe consentire il passaggio di testimone alle nuove leve in azienda. La possibilità del part time agevolato deriva dalla firma, avvenuta il 13 aprile scorso, di un decreto che disciplina una misura sperimentale prevista nella Legge di Stabilità

2016. Obiettivo? Promuovere un principio di “invecchiamento attivo”, cioè di uscita graduale dall’attività lavorativa, una sorta di periodo di mezzo in cui cominciare a prendere le misure con la nuova vita e il maggior tempo a disposizione. Il decreto è stato trasmesso alla Corte dei Conti e diventerà operativo dopo la pubblicazione in Gazzetta. Ma in cosa consiste questa opportunità? «Mediante un accordo tra le parti – spiegano da Confartigianato Imprese – i lavoratori vicini alla pensione di vecchiaia possono trasformare il rapporto di lavoro da full time a part time, sia orizzontale che verticale, con relativa riduzione dell’orario di lavoro in misura compresa tra il 40 per cento e il 60 per cento». Per il lavoratore che aderisce all’accordo nella busta paga vi sarà non solo la retribuzione ordinaria, ma anche una somma esentasse corrispondente ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro sulla retribuzione per l’orario non lavorato. Inoltre, per il periodo di riduzione della prestazione lavorativa, lo Stato riconoscerà comunque al lavoratore la contribuzione figurativa corrispondente alla prestazione non effettuata. In soldoni ciò significa che alla maturazione dell’età pensionabile il lavoratore percepirà l’intero importo della pensione, senza alcuna penalizzazione. Attenzione però: per accedere a questo part time agevolato bisognerà essere non solo titolari di un rapporto di lavoro full time e a tempo indeterminato nel settore privato. I lavoratori, inoltre, dovranno avere maturato i requisiti minimi di contribuzione per il diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia, ossia 20 anni di contributi e dovranno inoltre maturare il requisito anagrafico entro il 31 dicembre 2018. Secondo i calcoli della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, questo significa che l’opzione è accessibile da uomini e donne che questo mese hanno almeno 63 anni e 11 mesi di età. Un’età in cui potrebbe essere piacevole cominciare a sperimentare un maggior tempo libero per programmare poi un uso attivo della propria vita da pensionati ancora relativamente giovani.

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