Cazzaniga, no al Riesame. «Ci serve più tempo»

Angeli&demoni. Il legale del medico accusato di cinque omicidi: «Dobbiamo analizzare 27 faldoni»

Ha rinunciato al Riesame, in programma ieri mattina, , il medico dell’ospedale di Saronno accusato di omicidio volontario di quattro pazienti e, in concorso con la compagna , anche della morte di , marito di lei. «Abbiamo rinunciato – ha detto , l’avvocato del Foro di Brescia che assiste Cazzaniga – non perché non ci si voglia difendere, ma semplicemente per una questione di tempistiche: non c’era il tempo materiale per definire una relazione medica, predisposta dai periti, che potesse contrastare la tesi della Procura rispetto ai quattro casi contestati tra i pazienti deceduti in pronto soccorso». «Complessivamente – ha aggiunto il legale – si parla di 27 faldoni di documentazione».

Andrà invece al Riesame il 10 gennaio per gli altri capi di imputazione, masi tratta di aspetti più marginali. Il 10 gennaio si andrà al Riesame anche per , ex direttore medico della struttura saronnese.

Per quanto riguarda le morti in corsia, secondo la Procura di Busto Arsizio, per via endovenosa, il medico avrebbe «somministrato dosi letali di farmaci in sovradosaggio e in rapida successione tra di loro». Con questo meccanismo avrebbe tolto la vita il 18 febbraio del 2012 a , 71 anni di Saronno. Si tratterebbe del primo caso di morte sospetta.

Nei mesi successivi si sarebbero registrati altri tre casi: il 30 aprile del 2012 è stato il turno di , 93 anni, cardiopatico, finito in ospedale dopo una caduta in seguito alla quale aveva riportato la frattura di un arto. Gli altri due casi sui quali si sono accesi i riflettori della Procura di Busto Arsizio riguardano il decesso di di 77 anni, avvenuto il 15 febbraio del 2013 e quello di , 69 anni, morto il 9 aprile del 2013.

Sempre secondo la ricostruzione fornita dagli investigatori sarebbero stati utilizzati diversi farmaci: Clorpromazina, Midazolam, Morfina, Propofol e Promazina. Avrebbe approntato una sorta di “protocollo personale” per il trattamento dei malati terminali. La Procura di Busto Arsizio ha già escluso il movente economico.

Di fianco alla faccenda dei pazienti c’è l’altra inquietante storia nella quale sarebbe coinvolta la compagna Laura Taroni. L’infermiera, infatti, è indagata per omicidio in concorso rispetto alla morte del marito Massimo Guerra, 45 anni, imprenditore agricolo avvenuta il 30 giugno del 2013.