Parcheggi disabili Furbetti, sloggiate

Il Segnalaci Varese di oggi riporta una storia che purtroppo non possiede i connotati della straordinarietà, nonostante sia triste, indigesta, nonostante faccia arrossire il senso civico e umano che dovrebbe essere parte di integrante di chi abita questo mondo.
A scriverci su www.segnalacivarese.it è una mamma: racconta una vicenda che coinvolge lei e la figlia disabile, “colpevoli” di cercare un parcheggio riservato vicino all’ospedale Del Ponte di Varese in un giorno qualunque. Un giorno di quotidiano bisogno.

Ecco il testo integrale che omette solamente un dato privato, non pubblicabile vista l’impossibilità di contraddittorio: «Ormai un mese fa trovo il parcheggio riservato ai disabili all’incrocio fra via Maspero e via Leonardo da Vinci, nei pressi dell’ospedale Del Ponte, occupato da una macchina aziendale. L’autista è in auto e non si sa bene a fare cosa. Passo oltre cercando un altro posto, ma in quella zona, con l’ospedale vicino, è molto difficile. Dopo una quindicina di minuti riprovo lì,

ma la macchina è ancora ferma, con l’occupante ancora dentro, immobile.
Mi fermo, scendo e chiedo cortesemente di liberare il posto, al che un po’ scocciato l’autista mi chiede: «E perché?».
Rispondo che è un parcheggio riservato ai disabili, lui replica in modo arrogante che è li per lavorare (chissà quando avrebbe iniziato) e che se ne andrà una volta finito. Io parcheggio dietro a lui, con mia figlia disabile a fianco, in attesa che termini.
Lui, il dipendente, continua a stare dentro “a lavorare”, come dice di fare. Non soddisfatto, arretra lentamente con la macchina come per colpire la mia, non si capisce bene perché.
A questo punto riprendo anche la scena, perché visto il soggetto non vorrei che poi mi accusasse anche di averlo tamponato.
Dopo una ventina di minuti in totale finalmente si sposta (senza mai essere sceso dalla macchina). Ora posso posteggiare, penso io. Sbagliato: il tizio scende finalmente dall’automobile dicendomi che devo spostarmi perché deve accedere ai pannelli elettrici lì dietro.
A questo punto preferisco desistere, anche perché temo (spero sbagliandomi) per l’integrità della mia auto, e me ne vado sperando di trovare un altro luogo di sosta.
Chi usa i parcheggi per disabili sa bene quanto sia irritante trovarli occupati da persone che non ne hanno il diritto, ma dover anche subire un’arroganza come questa mi pare davvero troppo».

I commenti – che dovrebbero andare a parare ben oltre il singolo caso, ragionando su pessimi abitudini consolidate a Varese come nel resto d’Italia – li lasciamo alla coscienza dei lettori. Ci permettiamo una sola annotazione.
Ieri pomeriggio, verso le 15, abbiamo fatto un giro nei pressi dell’ospedale in questione, riscontrando più di una situazione come quella descritta dalla signora: auto che invadono parcheggi per disabili senza alcun apparente diritto.n