Laurea honoris a Umberto Bossi Petizione sul web e 138 mila no

VARESE La Lega è nella bufera. E nel momento di marasma, con gli scontri interni tra l’ex ministro Roberto Maroni e il cerchio magico che tendono a riacutizzarsi, a Varese viene rispolverata la vicenda della proposta di una laurea honoris causa a Umberto Bossi. Proposta che venne fatta da alcuni docenti dell’uiversità dell’Insubria, circa un anno fa, e che prevedeva di conferire il titolo al Senatùr in scienze della comunicazione.

Allora ci fu la protesta di un’altra parte dei docenti, e poi il caso esplose a livello mediatico. Dopodiché la storia cadde, volutamente, nel silenzio. Ma oggi torna a farsi sentire. Con una petizione online, attraverso il social network Facebook, alla quale sempre più varesini stanno aderendo.

Che sia stata rispolverata in modo strumentale, visti gli scontri interni alla Lega, o semplicemente il popolo del web sia tornato ad indignarsi in modo naturale, rimane al momento un mistero. Ma neanche troppo, dal momento che a Varese in particolare la Lega è sempre sotto i riflettori. E non per niente tra chi ha aderito alla petizione troviamo buona parte del mondo del centrosinistra varesino, tra cui anche il consigliere comunale del Pd Andrea Civati. Organizzatore, insieme all’associazione “Prossima Fermata Varese”, di un incontro che parlerà anche del fenomeno leghista, titolato “Giù al Nord”. Ma anche l’assessore del Pd di Malnate Filippo Cardaci. O ex leghisti, come l’esponente del Fronte Indipendentista Lombardia Roberto Marcante.

Ad oggi questa petizione ha raggiunto quota centotrentottomila adesioni. In continuo aumento da tutta l’Italia. I commenti degli utenti nella pagina della petizione sono di incredulità e scherno.

«Laurea honoris causa al lider maximo della Lega Nord? Sì, se lo fanno in Padania, con la sua specie di cervelli da Trota». E sotto: «Insomma, io gli darei anche il rettorato».

Nessun leghista, almeno da un primo controllo, e almeno a Varese, avrebbe aderito alla causa. Ma non si sa mai. Su quasi centoquarantamila aderenti è difficile controllare. E sicuramente il sentimento del popolo leghista verso il proprio leader, una volta mai messo in discussione, non è più di fede assoluta. In particolare da quando è nato il cerchio magico, nel 2010, l’anno del Trota (ovvero quando fu eletto in consiglio regionale e divenne famoso non solo per i suoi insuccessi scolastici).

Com’è noto Umberto Bossi non si è mai laureato. Fu studente di medicina all’Università di Pavia, e come ricostruisce il libro “Razza Padana”, diede qualche esame, nel quale ottenne anche buoni voti. Ma non terminò mai gli studi. Ai tempi era già sposato con la prima moglie Gigliola Guidali, la quale negli anni di matrimonio rimase all’oscuro, sempre secondo la ricostruzione del libro, dal fatto che il marito fosse fuori corso ed avesse lentamente abbandonato gli studi.

«A quanto mi risulta – spiega il professor Claudio Bonvecchio – anche allora la proposta era stata formulata in modo non ufficiale, e non venne mai portata avanti».
Marco Tavazzi

s.bartolini

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