Velina Verde, caccia agli autori Ecco l’identikit dei sospettati

VARESE E il cerchio si stringe sempre di più attorno alla Velina verde. Questa è l’idea che si fa strada in questi giorni a Varese. Dove i militanti della sezione varesina, ma non solo, stanno studiando i post del blog anonimo per cercare di capire chi ci sia dietro. Qualche idea c’è già. Anzi, più di una.

Ufficialmente, nessuno sa chi si nasconda nell’anonimato per tentare di screditare l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni ed altre figure di primo piano della Lega di Varese. Chi si sia arrogato il compito di programmare ed editare il misterioso foglio padano che si definisce difensore di una presunta e sedicente Lega delle origini. E che ha come bersaglio principale dei suoi post velenosi, non suffragati da prove, proprio il deputato di riferimento del Carroccio varesino. Sembra che il “braccio tecnico”, ovvero coloro che hanno registrato il dominio tra Islanda e Bahamas, si trovi tra Bergamo e Brescia. Indiscrezioni uscite dalla Lega Nord varesina indicherebbero che gli autori di Velina verde si siano appoggiati ad un gruppo di esperti di internet di sinistra, ai quali sarebbe toccato il compito di caricare i post e creare il format del sito.

Ma, sempre ascoltando la vox populi della Lega della provincia di Varese, i possibili autori sarebbero assolutamente varesini. E negli ultimi mesi i sospetti dei militanti varesini si sarebbero concentrati su due persone in particolare, che, anche attraverso lo stile della scrittura, potrebbero secondo i leghisti rispecchiare lo stile degli autori.

In particolare, ci racconta un militante di Varese, si vedrebbe un chiaro astio verso la figura del Bobo, che da quando è nato il cerchio magico in pochi hanno mostrato. Senza contare che lo stile di scrittura, esagitato e poco ponderato, ricorderebbe molto alcune “sparate” di determinate persone. Questo almeno quello che pensano i leghisti di Varese. E non solo i maroniani di fede pura. Persino chi ha deciso di non schierarsi apertamente in questo scontro tra correnti, o meglio preferisce starne fuori inserendosi di fatto in quell’area in stile “maggioranza silenziosa” molto presente nel capoluogo, alla domanda su chi possa celarsi dietro il foglio velenoso, tira fuori uno dei due nomi. C’è anche chi sostiene che potrebbero essere tutti e due insieme.

Tutti e due militanti della Lega da diverso tempo, sicuramente dagli anni Novanta. Uno dei due avrebbe un ruolo all’interno del Comune di Varese. L’altro, invece, è stato amministratore locale sino a un paio di anni fa. I nomi, tuttavia, non sono stati svelati.

Solo queste poche informazioni. Che permettono solo un parziale identikit. Sulla loro collocazione nel partito, anche se la domanda è retorica, i più rispondono: «Di sicuro non sono maroniani». Non aggiungendo altro, quindi nessuna indicazione su chi possa essere il loro referente. Leggendo la Velina verde, si capisce che gli ignoti autori sembra ce l’abbiano un po’ con tutti i colonnelli della Lega. Nessuno escluso. Anche se di gran lunga preferiscono prendersela con Maroni, mentre appaiono più teneri verso tutti gli altri.

Marco Tavazzi

e.marletta

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