Il cantiere chiude il ristorante «Per noi oltre il danno la beffa»

LOZZA «Siamo stati dimenticati da tutti. Siamo stati costretti a chiudere, ma è come se non esistessimo e per giunta non abbiamo ancora preso un euro di indennizzo».

A parlare così è Corrado Guzzetti, figlio della titolare del ristorante “Ponte di Vedano” di Lozza, costretto dalle circostanze a chiudere i battenti. Tutta colpa delle gravi perdite lamentate in seguito all’apertura del cantiere per la realizzazione del collegamento tra il lotto 1 della tangenziale di Varese e il tratto esistente. Guzzetti, che già in passato non aveva mancato di cercare di difendere l’attività di famiglia, è tornato a parlare dopo l’iniziativa dello scorso sabato, quando i cittadini sono stati invitati a visitare il cantiere alla presenza di politici e dirigenti.

«Si sono dimenticati presto delle promesse fatte e di tutto quello che non va tutto attorno. Nel 2010 sono venuti qui l’assessore Raffaele Cattaneo, il direttore generale di Pedemontana Umberto Regalia e mi hanno assicurato che nella fase esecutiva il cantiere avrebbe occupato meno spazio rispetto a quello che era tracciato sulle carte. Lo hanno detto qui, davanti a me, nel luglio del 2010, quando ho spiegato che un’attività come la mia non poteva stare aperta senza parcheggio. Il parcheggio è tutto occupato dal cantiere, ci staranno una trentina di macchine. Mi spieghino come può un ristorante da mille coperti tenere aperto con soltanto trenta posteggi».

Da quando è stata chiusa l’attività tutti i dipendenti che lavoravano nelle cucine e nelle sale del grande ristorante hanno perso il lavoro. Ma al danno sembra aggiungersi anche la beffa: «Continuano a dirci che ci risarciranno – spiega infine Guzzetti – ma non sappiamo né come, né quando, né quanto. Intanto la banca chiede gli interessi del fido, Equitalia vuole il pagamento dei bollettini e noi non abbiamo più un’entrata. Non chiedo i soldi subito. Oggi mi accontenterei anche di un documento in cui si attesta che ho dovuto chiudere per via di questa opera pubblica, che tra espropri definitivi e temporanei mi ha portato via il parcheggio. Queste carte potrebbero essere offerte in garanzia alla banca, evitando così di dover pagare ogni mese rate salatissime di interessi».

b.melazzini

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