A teatro la tragedia di Alfredino che scosse tutto il nostro Paese

Una storia tremenda, ancora difficile da digerire. Un’opera che fa riflettere

“Alfredino. L’Italia in fondo ad un pozzo”, la dolorosa e tragica vicenda che tenne col fiato sospeso il Paese rivive nel monologo di e con Fabio Banfo.

Andrà in scena giovedì 23 marzo, alle 21, al Cinema Teatro Nuovo di viale dei Mille 39, a Varese nel quinto appuntamento della rassegna “Gocce 2017”.

Fa ancora male ricordare o leggere per la prima volta la storia di Alfredo Rampi caduto in un pozzo artesiano a sei anni, precipitato a 30 metri di profondità in un pozzo artesiano, e dei tentativi di salvarlo nelle 36 ore successive.

Era l’Italia del 1981, Pertini era presidente e nell’aria della tarda Primavera si sentiva già il profumo di vacanza e l’incidente di Vermicino divenne suo malgrado un punto di non ritorno della storia italiana: dalla nascita dell’espressione “tv del dolore” quando la diretta-fiume si trasformò in uno shock collettivo nazionale alla nascita della Protezione Civile, la cui necessità divenne evidente per la mancanza di organizzazione e competenza nei soccorsi. Una storia che assomiglia a mille altre storie italiane, fatta di improvvisazione, approssimazione, coraggio, cialtroneria, conflitti tra poteri, politica e vanità.

Non è uno spettacolo di denuncia, come spiega lo stesso Banfo «chiaramente raccontiamo gli errori che sono stati fatti nel tentativo di salvare Alfredino, ma senza mai accusare e senza mai puntare il dito».

Sono passati più di 25 anni, ma «abbiamo avuto molta attenzione nell’affrontare questa vicenda perché è un episodio che riguarda soprattutto il dolore privato di una famiglia, la morte di un bambino innocente, e abbiamo altresì voluto non assumere un atteggiamento accusatorio».

Banfo, di volta in volta, è uno dei personaggi della vicenda, dal vigile che per ore ha parlato col bimbo per rassicurarlo, allo speleologo, scelto per calarsi in quel pozzo infernale, dove rimase 40 minuti a testa in giù, a 60 metri di profondità, per tentare inutilmente di imbracarlo.

Il titolo è stato scelto «perché tutta l’Italia è andata a guardare dentro quel pozzo; l’ultima notte intorno al pozzo c’erano più di 10.000 persone, senza contare che chiunque avesse un televisore in casa stava guardando la diretta. In qualche modo la nostra idea è che una parte dell’Italia è rimasta lì, è morta dentro quel pozzo, perché quella triste vicenda e le modalità in cui si è svolta hanno rappresentato un giro di boa, uno snodo centrale, un momento di cambiamento epocale, antropologico che si andava realizzando in quel periodo e dal quale non si è più tornati indietro». Sono disponibili i biglietti d’ingresso interi a 15 intero, ridotti a 12 e studenti a 10. Per info e prenotazioni: t. 334/2692612, email [email protected]; online su www.vivaticket.it o presso tutti i supermercati COOP.