Addio a Equitalia, ma cosa cambia?

I dubbi dei contribuenti. La chiusura della società di riscossione e la rottamazione delle cartelle esattoriali

Equitalia, un addio che divide. «Occorre un approccio diverso – secondo il presidente di Federconsumatori Francesco De Lorenzo – oggi si rivolgono a noi tante persone che vorrebbero pagare, ma si ritrovano cartelle appesantite da interessi e sanzioni». Ma i dipendenti della società destinata a essere assorbita nel nuovo sogetto Agenzia delle Entrate-Riscossione, ammoniscono: «Il nuovo ente continuerà a operare con le stesse regole che Renzi definisce “da vampiro”».

Cosa cambierà con l’addio a Equitalia? Se lo chiedono i contribuenti, all’indomani del decreto legge con cui il governo ha varato la sanatoria sulle cartelle esattoriali e la chiusura della società pubblica di riscossione.

Il presidente della Federconsumatori di Varese Francesco De Lorenzo promuove sia il progetto di abolizione di Equitalia, che la rottamazione delle cartelle: «Oggi ai nostri sportelli si presentano tante persone con le cartelle Equitalia, che ci dicono “io vorrei anche pagare”, ma il peso complessivo degli interessi e delle sanzioni che va a sommarsi al debito reale con l’erario, rende di fatto impossibile rispondere alle pretese di Equitalia. Con l’alleggerimento degli interessi e delle sanzioni annunciato dal governo, questo rapporto diventerebbe un po’ più corretto nei confronti dei cittadini, perché oggi gli interessi si moltiplicano e causano un aumento notevole dei costi a carico dei cittadini. Insomma, sarebbe positivo per i consumatori, ma anche nell’interesse dello Stato, che potrebbe riscuotere quattrini che invece oggi non riesce a incassare».

L’attesa è già palpabile agli sportelli dell’associazione dei consumatori: «Per il momento ci chiedono informazioni, per capire come comportarsi – spiega Francesco De Lorenzo – quello che i contribuenti si attendono da questo provvedimento è la possibilità di instaurare un rapporto più attento e cordiale con la società di riscossione, meno rigido rispetto a quello attuale».

Chi non è convinto che il progetto del governo apporterà cambiamenti reali sono i dipendenti di Equitalia, da giorni in subbuglio sia per le incertezze sul loro futuro occupazione che per le buste sospette ritrovate in diversi uffici in Italia.

«Nel decreto che sostituisce Equitalia con un ente pubblico economico denominato “Agenzia delle entrate-Riscossione” – fa notare Emanuele Fiore, dipendente della sede di Busto Arsizio – non si fa riferimento a nessuna modifica in materia di Dpr che regolano l’operato di Equitalia né tantomeno alle leggi che impongono i criteri di calcolo delle sanzioni e soprattasse per gli enti impositori. Significa che il nuovo ente continuerà a operare come Equitalia, cambierà solo il nome. E si troverà a riscuotere ancora cartelle che prevedono interessi “da vampiro”, come li definisce il premier Renzi, fino al triplo del tributo non pagato e con gli stessi mezzi di prima. Non spariranno fermo amministrativo, ipoteche, pignoramenti della casa e del conto corrente e tutte quelle azioni oppressive che tanto non piacciono al premier e agli italiani, noi compresi».