«Agevolazioni per trovare lavoro? No, i Dsa non sono da ghettizzare»

I genitori di studenti con disturbi specifici dell’apprendimento sul piede di guerra anche a Varese

«Prima di pensare al mondo del lavoro, facciamo in modo che gli studenti con Dsa (disturbi specifici di apprendimento) possono avere i mezzi compensativi di cui necessitano a scuola». «I Dsa devono essere valorizzati nelle loro caratteristiche, non ghettizzati e considerati diversi. I Dsa non devono rientrare nelle categorie da tutelare, perché in questo modo si rinnegherebbe ciò che è stato detto fino ad ora, ossia che la dislessia è una caratteristica».

Questo è il messaggio che i genitori di studenti con Dsa mandano al Governo che – insieme ad Aid (associazione italiana dislessia) e Federazione Italiana Dislessia – il primo marzo scorso, ha proposto una legge sull’inserimento di persone con Dsa nel mondo del lavoro. La legge, per esempio, sancirebbe che le persone con Dsa possano avere accesso a particolari mezzi compensativi. «Se questi dispositivi sono calcolatrici e i computer, allora la legge è inutile, perché

tutti i lavoratori (con Dsa e non) li utilizzano già tranquillamente nel quotidiano – dicono i genitori dei ragazzi con Dsa, che a Varese sono circa il 5 per cento in linea con i dati nazionali – Inoltre, per i concorsi pubblici e l’esame della patente, la legge 170 prevede già l’uso di strumenti compensativi. Non vogliamo canali preferenziali per le assunzioni, né che si creino posti di lavoro per Dsa. Prima di pensare al mondo del lavoro si deve aggiustare il tiro nelle scuole in modo che nessuno studente paghi lo scotto delle incompetenze di docenti, dirigenti e referenti. Per aggiustare il tiro intendiamo una legge sanzionabile nella sua mancata applicazione, nonché la formazione e obbligatoria e seria di chi lavora nell’istruzione italiana».

A livello italiano sono già state raccolte 1100 firme per chiedere al Governo di pensare prima di tutto a valorizzare i Dsa nella scuola. Le firme saranno allegate a una lettera in cui si legge: «La legislazione deve assumersi la responsabilità di un cambiamento culturale e sociale che parta dalla scuola primaria e arrivi fino al mondo del lavoro».

«Ci chiediamo come non ci si soffermi su una grandissima lacuna della 170, che è una “legge bianca”, ovvero una legge la cui mancata applicazione non è sanzionabile». «Sono ancora molti gli studenti con Dsa che combattono per far valere il proprio diritto allo studio attraverso metodologie che non discriminino, ma includano, promuovendo così il successo scolastico di ognuno. Non chiediamo una sanzione pecuniaria ma, come succede nel privato, il richiamo ufficiale verso i protagonisti di tale mancata applicazione, la quale, troppo spesso è reiterata causando danni agli studenti e inficiando il grande lavoro svolto da genitori, professionisti e studenti».

Secondo uno studio britannico condotto da Julie Logan, docente d’imprenditoria alla Cassa Business School di Londra, si rileva che in America il 35% degli imprenditori è dislessico e, in Inghilterra, la percentuale è del venti. Secondo la Logan la discrepanza è attribuibile al miglior sistema scolastico a sostegno degli alunni con Dsa.