«Alle stazioni si rischia la vita. Serve più sicurezza stradale»

Il consigliere comunale della maggioranza Mauro Gregori denuncia i pericoli per i cittadini. E l’amministrazione evidenzia le problematiche e presenta le proposte per migliorare il comparto delicato

«I cittadini rischiano quotidianamente la vita». È Mauro Gregori, consigliere comunale della lista Davide Galimberti, a lanciare l’allarme sulla pericolosità della zona delle stazioni, dove l’8 novembre scorso, alle 6.30, è stato investito un anziano di 82 anni. L’incidente mortale si è verificato in piazzale Trento, all’altezza della fermata dell’autobus della stazione Nord, mentre l’anziano stava attraversando la strada.

Il punto più critico per i pedoni è davanti alle poste centrali, dove non ci sono le strisce pedonali. Le persone si lanciano in mezzo alla strada, spesso persino spingendo carrozzine e passeggini. Questo avviene spesso per “pigrizia”. O meglio per evitare di fare il giro largo, che richiederebbe di usare il sottopasso che porta in via Morosini, o di attraversare o sulle strisce davanti all’Associazione artigiani (dove c’è il semaforo), o sulle strisce davanti all’Upim. L’attraversamento “selvaggio” avviene su una curva, dove le auto spesso procedono a più di 50 all’ora e dove la visibilità è precaria.

Si stima che, con una frequenza di due minuti, una persona sfidi la sorte attraversando davanti alle poste. In alcuni orari, poi, gli attraversamenti sono continui.

«Sono anni che mi batto dicendo che i sottopassi vanno riaperti – ribadisce Gregori – L’amministrazione è d’accordo. Sicuramente il sottopasso più importante è quello davanti all’Upim. È necessario aprirlo e tenerlo videosorvegliato e pulito. E poi bisogna impedire l’attraversamento sulla curva delle poste: è scandaloso che le persone, per guadagnare un minuto di tempo, mettano a repentaglio la propria vita».

Un’altra soluzione, secondo Gregori, è quella di istituire il limite di 30 all’ora nel comparto. Il raccordo tra viale Milano e via Casula, pur trovandosi in centro città, induce le persone a spingere il piede sull’acceleratore. «Alcune persone vorrebbero un passaggio pedonale davanti alle poste centrali, ma quello non è il posto giusto, primo perché si trova su una curva, secondo perché è inutile disegnare delle strisce a 10 metri da un passaggio pedonale già esistente – continua Gregori – Bisogna disincentivare l’attraversamento installando delle barriere nei punti critici e aprire il sottopasso davanti all’Upim. Altre soluzioni non ci sono, se non quella di far passare il messaggio che conviene camminare un po’ di più perché la vita è importante».

«Il tema che solleva Gregori è assolutamente vero e importante – afferma l’assessore ai lavori pubblici Andrea Civati – Anche durante le rilevazioni effettuate per il “progetto stazioni” abbiamo visto che il passaggio dei pedoni da via Como a piazzale Trento, davanti alle stazioni Nord, è molto critico. Lì vi è un grande flusso irregolare di pedoni che però, evidentemente, esprime un bisogno. Uno degli obiettivi che vogliamo raggiungere è quello di consentire una pedonalità agevolata da via Como fino a piazzale Trento, per proseguire su piazzale Trieste. Stiamo approfondendo questo tema. Alla domanda dei pedoni risponderemo con un progetto strutturato».

Come fare, però, nella pratica, a costruire questo passaggio pedonale? «Non ho un’idea prestabilita dello “strumento”. Potrebbe essere una passerella, un sottopasso, un semaforo, un percorso pedonale – risponde Civati – I progettisti ci diranno come raggiungere l’obiettivo e far sì che i pedoni transitino in via sicura e privilegiata e in totale sicurezza, come oggi non è. Questo nel lungo periodo».

E nell’immediato futuro? «Per quanto riguarda il sottopasso “dell’Upim”, io sono d’accordo con l’idea di riaprirlo, posto che è stato chiuso dalla proprietà parecchi anni fa perché era diventato un ambiente degradato e pericoloso – conclude Civati – È chiaro che si può valutare di riaprirlo, al fine di garantire il transito sicuro, ma su questo ci deve essere l’assenso della proprietà».