Ammazzò la moglie dopo una lite. Nessuno sconto per Scapolo

L’agente di commercio, reo confesso, condannato a 18 anni e 8 mesi in abbreviato

Uccise la moglie prendendola a martellate e poi soffocandola: condannato a 18 anni e 8 mesi. L’uxoricida è , 47 anni, agente di commercio, reo confesso, che all’alba dello scorso 16 luglio uccise la moglie , 54 anni, dopo «aver perso il controllo», nella loro abitazione di Laveno Mombello. Il gup ha pronunciato la sentenza al termine di una camera di consiglio di circa 30 minuti riconoscendo una provisionale di 100 mila euro ciascuno per i genitori della vittima e 50 mila euro al fratello a titolo risarcitorio. L’accusa aveva chiesto per Scapolo una condanna a 16 anni di carcere.

Oltre la richiesta

Scapolo, che si era costituito subito dopo il delitto, è stato ammesso al rito abbreviato. «Avrebbero dovuto chiuderlo in una stanza e buttare la chiave – ha detto ieri , la madre della vittima che assistita dall’avvocato si è costituita parte civile – la legge però consente sconti di pena. È ingiusto, ma è la legge. Il giudice avrebbe potuto dargli almeno 20 anni, il massimo in sede di rito abbreviato. Ha comunque fatto di più dell’accusa condannandolo a 18 anni e 8 mesi invece che a 16 anni».

Scapolo ha ucciso la moglie con tre martellate e l’ha poi finita strangolandola e soffocandola. Poi è andato a costituirsi: prima delle 7 di quella mattina Scapolo aveva già chiamato i carabinieri della stazione di Laveno Mombello confessando il delitto. Pochi minuti dopo si è consegnato ai militari raccontando ogni cosa.

Nel passato della coppia non c’erano mai stati episodi di violenza, maltrattamenti o atti persecutori da parte del marito nei confronti della vittima. La coppia pare stesse attraversando un momento difficile: Scapolo se n’era andato da casa ed era tornato a vivere con i genitori nell’inverno 2016. Quella mattina d’estate i due sarebbero dovuti partire per Piombino dove avevano una casa: lei sarebbe rimasta per un periodo di vacanza, lui sarebbe tornato a Laveno il giorno successivo.

«Ho perso il controllo»

I due hanno litigato per l’ennesima volta: a far esplodere la violenza di Scapolo sarebbe stata una critica ricevuta dalla moglie per aver dimenticato di prelevare dei soldi al bancomat. Come lui stesso ha poi raccontato ai carabinieri subito dopo essersi costituito: «Ho visto tutto nero e ho perso il controllo».

Dopo aver perso il controllo il quarantasettenne ha visto il martello e si è avventato contro la moglie. L’accusa non ha contestato all’imputato ne la premeditazione, ne i futili motivi o la crudeltà. La sola aggravante contestata e oggettiva è il legame matrimoniale in essere tra i due. «Attendiamo le motivazioni della sentenza – ha detto , legale di Scapolo – e poi decideremo se fare appello o meno».