Antonia Calabrese non si ferma più. «Maglia e solidarietà, per Penny»

Le ultime trovate della vulcanica ideatrice dell’associazione che confeziona manufatti per le situazioni di disagio

Antonia Calabrese è la rockstar della maglia varesina: finita una tappa è già pronta per la successiva. Reduce dal Magliaraduno natalizio dell’Ippodromo, che ha consacrato definitivamente Casa Penny come istituzione di volontariato itinerante dedita allo sferruzzamento, il 31 dicembre, a chiusura dei progetti e dell’attività sociale del 2016 di Varese in Maglia ha spedito nelle Marche un enorme pacco contenente cappellini, scaldacollo e cinque coperte che verranno recapitati il giorno dell’Epifania dall’associazione cicloturistica Jema di Mauro Fumagalli a persone in difficoltà,

pastorelli sui bricchi dei monti Sibillini o anziani che non vogliono abbandonare la loro terra e i luoghi cari. «Sono molto soddisfatta e orgogliosa di essere riuscita a fare beneficenza senza avere un IBAN né chiedere soldi a nessuno» spiega la vulcanica Antonia, sorriso radioso e pensiero che corre più veloce della parola. Un continuo mietere successi, per la sua associazione femminile che si occupa di confezionare manufatti per le situazioni di disagio: del resto Antonia è stata organizzatrice di eventi a Villa Recalcati, quindi fa rima con garanzia. Iniziato il 2016 con la calza della Befana, realizzata assieme alle ragazze della Cooperativa Miralago di Cuasso, per l’Ospedale del Ponte in collaborazione con il nostro giornale, da un magliaraduno all’altro è arrivata ad organizzare la Giornata Mondiale della Maglia in pubblico, che quest’anno si sposterà da piazza Beccaria a Villa Toeplitz: un fine settimana intero, previsto per il 10/11 giugno, dedicato al ricordo di Paoletta Cellini con musiche e letture.

La prestigiosa collaborazione con Don Marco Casale e la Cooperativa san Luigi delle giovani richiedenti asilo di Belforte ha portato l’argomento dell’integrazione nel ricco bouquet della nota cestista reinventatasi con i ferri da calza: perché la vita, per Antonia, è una continua trasformazione, come un gomitolo si trasforma nelle sue abilissime mani in scialli meravigliosi. Ma la sua specialità sono le coperte, che da anni confeziona con il metodo Granny assieme alle sue colleghe “majere” per le più svariate cause: per gli orfani siriani – 53 chili di lavori spediti nel 2016 – , per gli Angeli Urbani e per il giovane imbianchino del Greov seguito dai City Angels, infine per le Marche. «E visto che non abbiamo trovato un unico luogo che possa da solo rappresentare la vitalità di Penny, abbiamo pensato di chiedere di essere adottate in tutti i luoghi varesini, dai parchi pubblici ai locali, che vorranno ospitarci. I nostri progetti imminenti, Marche a parte, sono l’adesione alla giornata del 6 gennaio firmata da Michele Todisco e Andrea Minidio, con la camminata spirituale e teatrale dalla Chiesa dei Magi di Olona sino a Villa Toeplitz: porterò le mie magliaie e le due donne nigeriane con i bambini nati da poco a fare le comparse. Poi abbiamo stretto un nuovo sodalizio con don Marco Casale che ci ha chiesto, per le persone senza fissa dimora e senza dormitorio, venti sacchi a pelo che confezioneremo con il metodo classico delle piastrelle e che poi imbottiremo e doteremo di cerniera lampo. Mi serviranno 1500 piastrelle della misura di 30 cm per 30 ciascuna, realizzate a maglia o all’uncinetto».

Sarebbe un gesto importante se arrivassero da tutta Varese.