Arriva l’autunno varesino. Con i primi temporali e un clima variabile

I cambiamenti degli ultimi tempi e le conseguenze per noi

Siamo ufficialmente entrati nell’autunno meteorologico 2017.

Sì, quello astronomico arriverà come di consueto alla fine del mese, ma in meteorologia sancisce il suo esordio proprio in concomitanza del primo del mese. E in questa occasione sono arrivati anche temporali e rovesci, come se fosse tutto scritto su una tabella di marcia. Tabella che vede un weekend inizialmente variabile con ultimi segnali di instabilità per poi lentamente lasciare spazio alla ripresa del bel tempo, questa volta con valori termici più gradevoli grazie alla sventagliata di aria più

fresca proveniente dall’atlantico. Temperature che per alcuni giorni saranno vicine alla media del periodo (massime attorno ai 23-25°, minime attorno ai 12-16°) e senza fenomeni a seguire. Quindi cieli sereni o poco nuvolosi apriranno la nuova settimana e daranno uno stop – non ancora però definitivo – alla sequenza di ondate di calore di una certa importanza vissute in questa estate 2017. Presto per ora pensare che da qui alla fine del mese non si avrà più a che fare con lievi o moderate fiammate dell’anticiclone sub tropicale, capace di far salire nuovamente la colonnina di mercurio su valori tutt’altro che gradevoli, ma la luce e quindi le ore di sole vanno scemando e questo ci verrà in aiuto per non soffrire più di tanto in futuri possibili scenari particolarmente miti.

Ad oggi però i principali modelli previsionali non vedono all’orizzonte nulla che possa far temere di nuovo temperature al di sopra dei 30°, ma è importante tenere monitorato lo scenario globale Europeo per cogliere segnali che vadano verso questa direzione. Non si vedono però nemmeno perturbazioni o fasi quantomeno di peggioramento significativo che possano colpirci direttamente, eccezione fatta per la goccia fredda atlantica di questi ultimi giorni. E questo contribuirà ancora una volta alla siccità che perseguita alcune, anzi vaste zone della nostra penisola, in primis – parlando a livello regionale – le località della medio bassa pianura padana. Il Po in questo senso potrebbe dirci qualcosa, ma anche le coltivazioni di riso. Il Lago Maggiore invece inizia a tirare lentamente un po’ il fiato grazie ai mm caduti nelle ultime 48h, ma la strada per un suo ritorno alla normalità è ancora lunga. Saranno probabilmente i futuri scenari della stagione che avanza a sanare il deficit idrico, o almeno si spera parzialmente. Il trend purtroppo è quello di un clima stravolto che vede l’aumento termico come attore protagonista delle ultime annate e la conseguente diminuzione di eventi perturbati nella norma in grado di coprire la media pluviometrica di ogni località. O alluvionati o a secco, ecco servito il nuovo cambiamento climatico.