Autovelox, ecco che cosa cambia. E dove sono collocati

Con il nuovo decreto Minniti, regole più stringenti. Meno apparecchiature fisse, più controlli

Autovelox, regole più stringenti con l’ultima circolare del ministro Minniti: norme più chiare, niente più “giungla” nella cartellonistica di segnalazione e niente più “imboscate”, ma anche controlli più frequenti per la taratura delle apparecchiature.

La circolare del Dipartimento pubblica sicurezza del ministero degli Interni, datata 7 agosto, sostituisce quella del 2009 del ministro Roberto Maroni e si rifà, da un lato, al decreto Delrio sull’obbligo generalizzato di taratura dei rilevatori di velocità, entrato in vigore il 31 luglio scorso, e dall’altro alla cosiddetta Direttiva Minniti, la “Direttiva per garantire un’azione coordinata delle Forze di Polizia per la prevenzione e il contrasto ai comportamenti che sono le principali cause di incidenti stradali” emanata dallo stesso ministro degli Interni Marco Minniti il 21 luglio scorso.

L’obiettivo, dopo anni di frammentarietà legislativa, è di fare ordine fornendo regole più chiare e uniformi sia per gli agenti delle forze dell’ordine che per gli automobilisti che ricevono una contravvenzione.

Tra le novità della “direttiva Minniti”, spicca l’introduzione di una stretta sul proliferare di dispositivi autovelox fissi, una fattispecie forse non particolarmente diffusa sul nostro territorio ma ben conosciuta quando si torna dalle ferie e si scopre di aver preso una multa mentre si andava a 59 km orari in una stradina di campagna… La circolare stabilisce infatti che «l’impiego di postazioni fisse di rilevamento senza la presenza degli operatori di polizia non può ritenersi una modalità ordinaria di controllo, ma rappresenta uno strumento utilizzabile solo su alcune strade ed in presenza di determinate condizioni. In tutti gli altri casi perciò dovranno utilizzarsi sistemi di rilevamento della velocità sotto il direttivo controllo e con la presenza di un operatore di polizia».

Un altro aspetto particolarmente significativo riguarda lo stop alla “giungla” dei cartelli che segnalano la presenza o l’utilizzo di dispositivi per la rilevazione della velocità. Innanzitutto, per i dispositivi non fissi, in caso di controlli della velocità saltuari e non sistematici su un determinato tratto di strada, diventa obbligatorio posare per terra i cartelli di preavviso anche se ci sono già segnali fissi che avvisano della possibilità di controlli, poi vanno rimossi i vecchi segnali di “controllo elettronico della velocità” laddove i controlli non vengono effettuati. La direttiva fissa per i cartelli anche delle distanze minime indicative – dai 250 metri per autostrade e strade extraurbane principali, ai 150 metri per le strade extraurbane secondarie e urbane di scorrimento con velocità superiore a 50 km/h, fino a 80 metri per tutte le altre strade – ma anche una distanza massima del cartello, a non più di 4 chilometri dall’apparecchio.

Inoltre, la direttiva impedisce gli “agguati”, in quanto la postazione dell’autovelox deve essere visibile e non nascosta, ad esempio dietro una siepe o da un’auto civetta. Un’altra novità che tutela gli automobilisti è quella che introduce l’obbligo della taratura dell’autovelox, che deve essere eseguita almeno una volta all’anno, e dei controlli sulla perfetta funzionalità delle apparecchiature, la cui documentazione deve essere messa a disposizione del pubblico.

Insomma, la circolare fa chiarezza sulle normative, anche per ridurre il contenzioso in materia: con le nuove regole sarà più immediato rendersi conto se una sanzione può essere contestata oppure no.

La mappa degli autovelox

La mappa degli autovelox