Avvocatessa accusata di truffa

La professionista avrebbe svuotato i conti degli anziani a lei affidati come amministratrice di sostegno

Avvocatessa varesina sospettata di aver truffato alcuni anziani a lei affidati: nominata amministratrice di sostegno delle vittime avrebbe svuotato loro i conti correnti lasciandoli sul lastrico. Almeno due i casi contestati: le vittime sono entrambe donne anziane interdette. La procura ha già depositato l’avviso di conclusione delle indagini in relazione alla prima denuncia e si sta preparando a chiedere il rinvio a giudizio della professionista.

L’avvocatessa, secondo l’accusa, si sarebbe intascata sino a 40 mila euro da ciascuna vittima. La professionista era specializzata nella pratica dell’amministrazione di sostegno. Un amministratore di sostegno è una figura con un ruolo estremamente delicato. Di fatto gestisce i beni mobili e immobili delle persone che gli vengono affidate perché interdette, quindi incapaci di provvedere a loro stesse. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di persone anziane affette da malattie degenerative oppure di persone con disabilità importanti. Stando agli inquirenti l’avvocatessa si sarebbe approfittata di questo ruolo non amministrando ma intascando i beni che avrebbe dovuto curare. La professionista avrebbe prelevato dai conti delle presunte vittime utilizzandoli per spese personali.

In un caso la donna avrebbe utilizzato per uso personale anche la pensione della vittima. Compito dell’amministratore di sostegno, infatti, è anche quello di gestire pensioni o assegni di invalidità: posto che l’assistito non è in grado di provvedere a se stesso l’amministratore utilizza la pensione in questione per pagare bollette, affitto o cure mediche del proprio assistito. Sembrerebbe che la professionista abbia invece destinato a se stessa la pensione altrui: in un caso una delle presunte vittime si sarebbe vista tagliare le utenze casalinghe per il mancato pagamento delle bollette da parte dell’amministratrice di sostegno. Sempre secondo quanto ricostruito in sede di indagine la donna, nel tentativo di non farsi scoprire, avrebbe utilizzato denaro prelevando dal conto di un assistito per coprire le spese di un altro assistito al quale avrebbe precedentemente prosciugato i risparmi. E sarebbe stato uno di questi presunti giri di denaro a tradirla.

La segnalazione che qualcosa non andava è partita da una struttura di cura che aveva come paziente una delle vittime presunte. La clinica si sarebbe vista arrivare un bonifico da un conto intestato non alla paziente in questione, ma a un’altra persona del tutto sconosciuta.

Da lì sarebbero partiti i primi controlli. Ci sarebbero almeno altri due casi identici a carico della professionista. Le indagini sono in corso.

Secondo l’accusa la professionista avrebbe approfittato dell’impossibilità dei suoi assistiti di controllare la sua gestione delle finanze per prelevare i fondi dei malcapitati.