Azzannata da un cane. Salta (ancora) il processo

L’ennesimo vizio di notifica fa slittare l’udienza al 2018. La rabbia di Elisa: «Sono ormai passati quattro anni»

Azzannata da un cane con la sua bambina: processo rinviato per la terza volta. Si torna in aula l’11 gennaio per un vizio (l’ennesimo) di notifica alle parti. «Dopo quattro anni di calvario non soltanto sotto il profilo sanitario ma anche di quello psicologico, voglio avere giustizia». nell’ottobre 2013 fu azzannata, e con lei la sua bambina di soli 3 anni, da un cane corso che la proprietaria non è riuscita a fermare.

Per comprendere la portata di quanto accadde quel pomeriggio a due passi dall’abitazione di Elisa va riassunto il percorso sanitario di mamma e figlia. Quattro mesi d’ospedale, una lunga degenza nel reparto di rianimazione, 10 operazioni di chirurgia plastica per la mamma, uscita dall’aggressione con la testa ridotta ad un cranio; tre operazioni per la bimba a cui l’animale ha quasi staccato un orecchio a morsi. «Ci avrebbe uccise – dice Elisa – se non fosse intervenuto il nostro vicino di casa. Ci ha salvato la vita. E di questo lo ringrazierò sempre».

Elisa aveva inviato ai giornali una lettera aperta per dire pubblicamente grazie a chi strappò lei e i suoi bambini dalle fauci del cane. Essendo il reato di malgoverno di animale depenalizzato il fascicolo è andato in automatico verso l’archiviazione. «Ce ne siamo accorti in tempo e lo stesso ufficio del pubblico ministero si è opposto al provvedimento. Il fascicolo è quindi tornato al procuratore Daniela Borgonovo che ha dato un efficace impulso alle indagini».

«I reati contestati sono esatti, adesso – spiega , legale della donna – Le lesioni sono oggetto di discussione in seno all’ufficio del giudice di pace. Il fascicolo è già stato assegnato e il magistrato assegnatario ha fatto un lavoro eccellente in fase di indagine». Si arriva finalmente al processo. Il reato contestato è quello di lesioni. Davanti al giudice di pace. Non è la sede giusta, visti i danni causati dal cane, ma indietro non si può tornare. I racconti di Elisa, e le fotografie, raccontano di ferite gravissime: «Chi ci ha salvati – ha detto Ballerio – ha raccolto i brandelli del mio cranio. Ero uno scheletro. Il cane mi ha azzannata alla giugulare. Più il cuore batte rapidamente più il sangue sgorga. Ho cercato di regolare tutto per non morire dissanguata».

Dopo quattro anni finalmente si arriva al processo. Due rinvii per vizio di notifica. E ieri è arrivato il quarto rinvio. Con Elisa che chiede soltanto di avere giustizia: «Ci è stata fatta un’offerta risarcitoria – conclude Natola – ma abbiamo detto no. Elisa non vuole denaro. Vuole giustizia per quanto le è accaduto».