Baci, non botte. «Chi ama non picchia»

La giornata di San Valentino è stata l’occasione per gridare un “no” enorme alla violenza sulle donne. Il questore Ingrassia: «Chi ama non picchia. E alle donne dico: denunciate, denunciate, denunciate. Meritate altro»

Il miglior regalo per San Valentino? «Il rispetto». Verso le donne. «Chi ama non picchia. Chi ama non maltratta. Nella festa dedicata agli innamorati vogliamo ribadire questo: l’amore non è mai violento». Il Questore di Varese Attilio Ingrassia ieri era presente in piazza Monte Grappa dove lo speciale camper della polizia di Stato contro la violenza alle donne è rimasto presente per ore. Ingrassia è chiarissimo nello spiegare il perchè dell’iniziativa: «San Valentino è la festa degli innamorati.

Vogliamo sia chiaro cosa significhi amare. Chi ama non picchia, non minaccia, non vessa. Chi ama non tiene una donna in ostaggio». E lo scopo del camper è stato quello di diffondere un messaggio che ai più pare scontato «ma che in realtà spesso non significa normalità». E allora ecco come amare veramente. Lo racconta un Uomo di Stato. E il messaggio dovrebbe arrivare a tutti. Nel video, che introduce l’evento, c’è l’immagine di una donna maltrattata quella che appare e colpisce come un pugno allo stomaco.

Nemmeno un secondo. Non un istante. Quello non è amore. I maltrattamenti, fisici e psicologici, non sono il veicolo di un sentimento. Per questo dico che a San Valentino fiori, cioccolatini, sono regali. Regali. Ovvero qualcosa che si dona all’altro. Rispetto, dignità, sono invece concetti assodati. Dovuti. Non sono una cosa superflua. Sono la regola.

Sì. Le denunce per reati di maltrattamento o stalking sono in aumento. Ma non é detto che lo siano i reati in questione.

Perchè purtroppo è esistito ed esiste ancora un sommerso. Che le denunce siano in aumento è un fatto positivo. Non significa un aumento di questa tipologia di reato che, a questo punto diciamo è sempre esistita, significa che sempre più donne, e aggiungo per fortuna, trovano il coraggio di dire basta. In questo senso l’aumento delle denunce è positivo. Denunciando queste donne coraggiose ci permettono di intervenire.

Su più livelli. La polizia di Stato è specializzata nel perseguire questo tipo di crimini.

La Questura, in particolare la Mobile ha una sezione dedicata.

Esattamente. Abbiamo degli agenti specializzati che sono in grado in prima battuta di avere il giusto approccio con la vittima. Donne spaventate, donne sfiduciate, donne annientate. Ottenere la loro fiducia, dimostrando di avere i mezzi per risolvere la situazione non é semplice.

Interveniamo in modo tempestivo. Chi maltratta viene allontano o incarcerato. I tempi di intervento sono molto rapidi.

Ed è per questo che stiamo lavorando per creare una rete di supporto. In primo luogo di supporto psicologico: abbiamo delle terapiste volontarie spesso. Una rete di sostegno e di collaborazione anche con le associazioni che operano nell’ambito dell’aiuto alle donne maltrattate. Fermare chi abusa è fondamentale, ma poi c’è molto da ricostruire. Lavoriamo in questa direzione.


Perchè le donne sono sempre più consapevoli. E credo abbiano davvero capito che si possano fidare di noi. Delle istituzioni.

La festa di chi ama. Chi ama davvero. Non di chi picchia. Non di chi maltratta. Quello non è amore. È violenza. E faccio un appello: denunciate. Denunciate. Denunciate. Denunciate. Se siete vessate non siete amate. Meritate altro. Denunciate e noi potremo aiutarvi. Il sommerso è ancora molto, ma credo si stia lavorando nella giusta direzione.