Biggiogero junior. Chiesto rito abbreviato e semi infermità

La procura chiude le indagini, Alberto verso il rinvio a giudizio. L’udienza fissata per il 23 ottobre

– Omicidio di : la procura chiude le indagini, chiesto il rinvio a giudizio per il figlio . Udienza preliminare fissata per il prossimo 23 ottobre. Il pubblico ministero di Varese , che ha coordinato le indagini, ha chiesto il giudizio immediato. , difensore dell’indagato, ha chiesto l’ammissione al rito abbreviato anticipando parte della strategia difensiva: per Biggiogero sarà chiesta la semi infermità. Semi infermità al momento del fatto basata su una perizia psichiatrica forense che il difensore ha già inviato alla procura della Repubblica di Varese.

L’omicidio si era consumato lo scorso 15 febbraio intorno alle 18.30 nella casa di via dei Mille dove Alberto Biggiogero, 42 anni, viveva con il padre e la madre. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, e ammesso dallo stesso Biggiogero al momento stesso dell’arresto, padre e figlio hanno litigato. Un litigio i cui contorni sono sempre rimasti sfumati: gli inquirenti hanno parlato di futili motivi. Un litigio al culmine del quale il quarantaduenne ha afferrato un coltello da cucina e ha accoltellato il padre, pensionato di 78 anni, almeno tre volte. Tre fendenti, uno dei quali inferto al collo, avrebbe causato la morte del settantottenne. È sicuramente stato un delitto d’impeto: Biggiogero junior non aveva premeditato di assassinare il padre. Con il quale tra l’altro, secondo molti amici di famiglia, stava recuperando un buon rapporto.

Il quarantaduenne, balzato agli onori della cronaca quale super testimone nel caso della morte di , l’artigiano spirato il 14 giugno 2008 dopo essere stato sottoposto a Tso, morte per la quale sei poliziotti e due carabinieri furono mandati a processo con l’accusa di omicidio preterintenzionale finendo assolti in primo grado con formula piena (la stessa accusa chiese l’assoluzione per gli imputati), è sempre stato un uomo problematico. Con problemi di dipendenza da alcol e droga e problemi psichici acclarati (con ricoveri in strutture di cura e due tentativi di suicidio) negli ultimi mesi prima dell’omicidio Biggiogero Jr, seguito dal padre, stava lavorando per rimettersi completamente in carreggiata.

Era anche alla ricerca di un lavoro stabile. Che si sia trattato di un delitto d’impeto è provato anche dal fatto che, subito dopo aver colpito il padre, resosi conto di quanto era accaduto, è stato lo stesso quarantaduenne a chiamare i soccorsi per cercare di aiutare il genitore. Attendendo accanto a lui gli agenti della squadra Mobile della Questura di Varese, senza fuggire, davanti ai quali ha ammesso ogni cosa in preda alla disperazione consegnandosi alle autorità.