«Cannabis terapeutica, ora la legge»

L’intervista - Il segretario del Pd Alfieri: «Occorre regolamentare l’utilizzo della marijuana nella terapia del dolore»

Una legge per favorire l’uso della cannabis terapeutica per i malati. Che potranno, se venisse approvata, assumere i farmaci direttamente a casa propria, e non solo in ospedale. Se a presentarla, in Regione Lombardia, è stato il Pd, il testo è nato dal confronto con i medici lombardi che da anni si occupano della cura delle malattie più gravi. E in prima fila, per aiutare la stesura della legge, possiamo trovare anche importanti figure dell’Hospice dell’Ospedale

di Circolo.
Perché su un tema così importante, come la cura dei malati, la politica non può esimersi dal confronto con gli esperti, che si occupano, ogni giorno, nella loro professione, di prendersi cura delle persone afflitte da gravi malattie. Per le quali l’utilizzo della cannabis terapeutica, nella terapia del dolore, potrebbe fare la differenza.
Non esiste infatti solo la battaglia per la legalizzazione della cannabis in generale. Da tempo in Italia, e in Lombardia, si porta avanti un’importante opera di sensibilizzazione sull’uso di questa sostanza in campo medico.
A parlare è il segretario del Pd lombardo , consigliere regionale.
«Regione Lombardia è molto indietro da questo punto di vista, soprattutto nella terapia del dolore – spiega Alfieri – bisogna togliere alcuni vincoli e ostacoli, in modo che questo argomento possa essere affrontato andando oltre gli steccati ideologici e ascoltando il parere dei medici. Noi abbiamo ascoltato e coinvolto medici degli Hospice lombardi, compreso quello di Varese».
La legge, di cui è prima firmataria la vicepresidente del consiglio regionale Sara Valmaggi (Pd), punta a regolamentare e favorire anche in Lombardia l’utilizzo di farmaci a base di cannabis per tutte le patologie oncologiche e croniche previste dalla normativa nazionale.
La proposta, depositata a luglio, ha avuto anche il sostegno del Patto Civico con Ambrosoli, e serve innanzitutto «per colmare un vuoto normativo a cui altre undici regioni italiane hanno già posto rimedio».
Questo non è il primo progetto di legge in materia. Come spiegano dal Pd, un progetto di legge di iniziativa popolare è stato depositato il 28 gennaio scorso, sottoscritto da 6.032 elettori lombardi.
I promotori fanno capo all’associazione radicale Enzo Tortora tra cui il neo assessore di Milano Lorenzo Lipparini.
Nell’elaborazione del proprio testo il Pd «ha tenuto con essi una stretta collaborazione, ma ha deciso di formularne uno nuovo per la ragione tecnica che un progetto di legge di iniziativa popolare, a differenza di quello di iniziativa consiliare, non può essere modificato ma solo approvato o respinto dall’Aula e ciò, spesso, ne determina l’affossamento.
L’assenza di una normativa regionale di fatto inibisce la possibilità di prescrivere questo tipo di farmaci , se non per la sola SLA, e di vederli rimborsati dal Servizio sanitario regionale».
Entrando nello specifico del testo, secondo il progetto di legge dei democratici, i pazienti per i quali gli specialisti avranno indicato i farmaci cannabinoidi come soluzione terapeutica potranno acquistarli nelle farmacie specializzate, anche su ricetta del medico curante, ed assumerli a casa propria, anziché, come avviene ora, solo in ospedale o in una struttura specializzata.
«I farmaci cannabinoidi – rassicurano gli estensori della proposta – potranno comunque essere prescritti solo in presenza di un Piano Terapeutico Individualizzato formulato da specialisti. La prosecuzione della cura, invece, potrà avvenire anche presso il domicilio del paziente. L’esito della terapia e la sua sicurezza saranno valutate dal medico prescrittore, mentre starà allo specialista confermare, o revocare, il piano terapeutico individualizzato ogni sei mesi».
«La Lombardia ha perso molto tempo e noi vogliamo porre un termine a questa lacuna – spiega Valmaggi – sono anni che diversi studi scientifici dimostrano l’utilità di principi attivi contenuti nella cannabis per alleviare il dolore e per curare diverse malattie, ma purtroppo ci sono una serie di ostacoli che ne impediscono l’accesso a chi ne avrebbe bisogno. Noi pensiamo che questi farmaci debbano essere accessibili, anche economicamente, per chi ne ha davvero necessità. Le proprietà terapeutiche della cannabis sono riconosciute dalla scienza medica sia nell’ambito delle terapie del dolore in pazienti oncologici sia in patologie più specifiche come glaucoma, epilessia, diverse patologie neurologiche, alcune patologie psichiatriche, stress post-traumatico, emicrania, depressione, traumi celebrali, ictus, malattie infiammatorie croniche intestinali quali morbo di Crohn e colite ulcerosa, astenia, anoressia, sindrome bipolare e sindrome di Tourette, spasticità muscolare, artrite reumatoide e altre malattie infiammatorie autoimmuni croniche, asma bronchiale, malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer, còrea di Huntington e morbo di Parkinson, patologie cardiovascolari, sindrome da astinenza nelle dipendenze da sostanze e Sindrome di Immunodeficienza Acquisita (AIDS)».