Casa Penny avrà una sede. Nell’ex Libreria Don Bosco

L’associazione Varese in Maglia di Antonia Calabrese troverà posto nell’edificio dei Salesiani

Quella di Antonia Calabrese e della sua “Varese in Maglia” è davvero una bellissima favola a puntate, che appassiona e ci appassiona, una novità dietro l’altra. Stavolta la rockstar dei ferri da calza ha fatto nuovamente centro, e la notizia è di quelle da incorniciare: “Casa Penny” finalmente ha trovato una sede e non è più itinerante. Parola di don Claudio Ghisolfi, il preside dello storico Istituto Salesiano “A. T. Maroni” di piazza San Giovanni Bosco, che l’anno scorso ha festeggiato gli ottant’anni di attività nella storia dell’educazione varesina.

Una storia piena di segni, come conferma la vulcanica ex cestista. «Ho ricevuto l’invito di don Claudio proprio il 31, giorno di don Bosco: da allora abbiamo iniziato a prendere accordi. In realtà avevo “puntato” la loro scuola da tempo, ma bisogna avere pazienza nella vita, e soprattutto sapere che le cose succedono solo se sono nel disegno di Dio: un concetto che mi è stato insegnato dalla mia carissima suor Elena Cavaliere, una delle mie magliaie,

insegnante a Maria Ausiliatrice e che mi ha aiutato a mettermi in contatto con i salesiani». Già a settembre, infatti, all’indomani della scomparsa di Paoletta Cellini, l’indimenticabile portavoce di “Varese in Maglia”, Antonia è a caccia di una sede per le sue sferruzzatrici che, un punto dopo l’altro, confezionando coperte, scaldacollo e cappellini, aiutano il prossimo sciogliendo dolcemente i nodi della propria vita e intrecciando amicizie durature. Ed è una rete infinita quella di Antonia, che catalizza tante Penelopi generose da ogni angolo di Varese, fra cui la giornalista Stefania Radman, che un bel giorno le segnala un negozio ormai chiuso da diverso tempo: si tratta della LDC, la Libreria Dottrina Cattolica “Don Bosco”, che fa parte del complesso della scuola salesiana.

«Quando ho conosciuto Antonia e il suo progetto sociale – spiega don Claudio – ho subito pensato alla sua grande valenza educativa, in linea con il pensiero salesiano. Così, visto che stavamo ristrutturando il pian terreno per uso interno, le ho detto che le avrei messo volentieri a disposizione, nelle ore non scolastiche, l’ambiente recentemente ristrutturato dell’ex libreria, uno spazio a pianterreno, in via Battisti al numero 1, a fianco dell’ingresso carrabile della scuola: in origine penso fosse la casa dei custodi di villa Maroni. La parte superiore, invece, è inutilizzabile».

Ora Antonia e le sue “majere” stipuleranno una convenzione con i salesiani perché “Casa Penny” – che di fatto, identificandosi con le Penelopi bosine, non perde la sua essenza in divenire alimentandosi di giorno in giorno di nuova linfa – definisca i giorni e le modalità dell’usufrutto degli spazi salesiani, concessi a titolo assolutamente gratuito. «Un altro prete veramente rock, come don Casale» ammette soddisfatta l’effervescente signora del dritto e rovescio, che in questi giorni sta accumulando, tessera su tessera, i quadrotti per il progetto legato alle coperte dei senzatetto. «Non vedo l’ora di inaugurare la sede con una bellissima festa» conclude «e sarà il via per tante nuove avventure».