Caso Macchi, mercoledì un altro capitolo. In aula gli agenti che eseguirono le indagini

Sono quasi 300 i testi ammessi al termine della prima udienza. Tra questi anche Paola Bettoni, la madre di Lidia

Omicidio Macchi: mercoledì in aula testimonieranno gli agenti della squadra mobile di Varese e Milano che hanno eseguito le indagini coordinate dal sostituto procuratore generale Carmen Manfredda.

Sarà un’udienza che porterà la corte d’assise presieduta da Orazio Muscato direttamente nella parte più strettamente investigativa del dibattimento che vede sul banco degli imputati , 49 anni, di Brebbia, ex compagno di liceo di , la giovane studentessa assassinata nella notte tra il 5 e il 6 gennaio del 1987 con 29 coltellate, arrestato il 15 gennaio 2016 con l’accusa di essere l’omicida di Lidia. Un elenco testi molto corposo quello che sfilerà in aula durante il processo. Tutto dopo il colpo di scena dello scorso 12 aprile durante la prima udienza, con la lettera dell’avvocato bresciano Piergiorgio Vittorini in cui affermava di rappresentare il vero autore della lettera “In morte di un’amica”, missiva anonima recapitata a casa Macchi il 10 gennaio giorno delle esequie di Lidia, che per gli inquirenti contiene elementi riconducibile all’assassinio della studentessa.

Sono 300 circa i testi ammessi al termine della prima udienza. Tra questi Paola Bettoni, la madre di Lidia. Ci sono cinque dei sei che nel febbraio 2016 vennero ascoltati dal gip di Varese Anna Giorgetti con la formula dell’incidente probatorio: Patrizia Bianchi, da ragazza molto vicina a Binda, che riconobbe la grafia dell’amico nel componimento anonimo “In morte di un’amica”; Paola Bonari, l’amica ferita in un incidente stradale a cui Lidia Macchi aveva fatto visita in quel suo ultimo pomeriggio all’ospedale di Cittiglio; don Giuseppe Sotgiu, a quei tempi l’amico più stretto dell’imputato, la cui testimonianza, al termine dell’incidente probatorio, venne trasmessa alla Procura perché lo indagasse per falsa testimonianza; don Fabio Baroncini, assistente religioso di CL e della Gioventù studentesca di Varese; Stefania Macchi, sorella della vittima.