C’è feeling tra giunta e minoranza. Varese verso la grande coalizione?

Galimberti potrebbe proseguire la politica di apertura alle opposizioni

. La decisione della maggioranza di centrosinistra di aprire alla collaborazione con le forze di minoranza è il punto di svolta della politica che la giunta Galimberti sta attuando in questa nuova era amministrativa per la città di Varese.

Il dato fondamentale è il coinvolgimento delle forze di minoranza con ruoli solitamente riservati esclusivamente alla maggioranza. Prima l’elezione a presidente del consiglio comunale di Stefano Malerba, ex candidato sindaco della Lega Civica. Quindi, la notizia di questi giorni che, in vista degli insediamenti delle commissioni, la presidenza di quella alle Attività produttive potrebbe andare a Rinaldo Ballerio, vicecapogruppo della Lista Paolo Orrigoni.

La lista civica dell’ex candidato sindaco del centrodestra rappresenta l’area più moderata della coalizione, che si è dimostrata disposta a collaborare su provvedimenti che possano portare beneficio alla collettività. Non un accordo politico, perché la forza civica rimane saldamente all’opposizione, ma un dialogo costruttivo per raggiungere determinati risultati.

Un atteggiamento che potrebbe essere seguito anche dall’altra forza moderata che siede dalla loro parte, ovvero Forza Italia. Il capogruppo Simone Longhini ha difeso apertamente l’operato della passata amministrazione, così come non ha lesinato critiche ad alcuni degli interventi della nuova giunta. Tuttavia, gli azzurri si potrebbero dimostrare aperti su determinati provvedimenti. Lista Orrigoni e Forza Italia non hanno intrapreso la strada di un’opposizione tout court, come Lega Nord. Con quest’ultima, fanno sapere dalla maggioranza di centrosinistra, sarà difficile instaurare un dialogo.

Mentre se il progetto di aprire alle minoranze con la presidenza della commissione andasse in porto, si verrebbe a creare uno scenario molto interessante a Varese dal punto di vista politico. Ovvero la frammentazione di una delle due coalizioni principali, nel caso particolare quella arrivata seconda al ballottaggio. Anziché un fronte unito, la giunta Galimberti si troverebbe a rapportarsi con un numero maggiore di soggetti, ma di dimensioni ridotte.

Una parte dei quali, tra l’altro, disposti al dialogo. Inutile sottolineare come se la principale opposizione si riducesse ai soli quattro consiglieri comunali della Lega, la forza della nuova amministrazione non si baserebbe più solo sull’ampia maggioranza che ha in consiglio comunale, con un numero elevatissimo di consiglieri del partito principale, ma anche sulla debolezza della minoranza. Situazione resa possibile anche dall’intransigenza dei leghisti, che ponendosi fin da subito critici a priori hanno di fatto favorito l’aumento della distanza tra di loro e l’area moderata della loro coalizione.