«Chi gira a volto coperto è da sanzionare»

Riportiamo il comunicato dei Giovani Padani sulla vicenda delle donne col burqa a Varese

Riportiamo il comunicato dei Giovani Padani in merito alla vicenda che ha visto coinvolte alcune donne che giravano per la città di Varese con il burqa.

I
entrano a gamba tesa con una nota nella polemica generata dalla presenza di persone in burqa (ovvero a volto coperto secondo dettami islamici più severi, per non dire radicali) in giro indisturbate per le strade e i negozi di Varese. «La legge italiana parla chiaro sin dai famosi anni di piombo: , in luogo pubblico o aperto al pubblico, motivo per cui anche senza l’ordinanza comunale “anti-burqa” (che è comunque in vigore da gennaio) chi gira a volto coperto è

da sanzionare. Anche l’Europa ci dà ragione: il volto è fondamentale nelle civili relazioni, recita una sentenza di Strasburgo in riferimento alla nota legge francese anti-velo, e vietarne l’occultamento non lede alcun diritto umano. Troviamo poi preoccupante la noncuranza dimostrata verso la pubblica sicurezza e la pur minima difesa della civiltà europea, da parte di quei politici e commercianti che davanti all’occultamento del volto girano lo sguardo e tacciono, magari valutandolo poco importante rispetto a denaro e poltrone… Senza addentrarci ulteriormente in analisi sociali e culturali del fenomeno,, pertanto vista l’inerzia dell’amministrazione stiamo vagliando l’opzione di distribuire a tutti i cittadini e commercianti di Varese dei cartelli (simili a quelli già forniti in passato da Regione Lombardia) da noi autoprodotti che invitano a vietare l’ingresso a volto coperto in esercizi e luoghi sia pubblici che privati.»
Nel frattempo il consigliere Pinti del Carroccio annuncia un’interrogazione in consiglio comunale per chiedere conto dell’effettività dei controlli e delle sanzioni per chi indossa il burqua.