«Ciaone Renzi. È la vittoria delle persone. Ora uniamoci»

Esulta il popolo del No. Maroni: «Vince la libertà». Colombo: «Adesso parliamo al Paese»

Esulta il fronte del No, ma sul dopo-referendum c’è chi invoca elezioni subito e chi chiede più prudenza. Il primo ad uscire allo scoperto è il governatore di Regione Lombardia Roberto Maroni, con un tweet «Vince la democrazia. Vince la libertà. Renzi stai sereno», al primo exit poll ponderato del Tg1 che dà il No tra il 56 e il 60%.

Il presidente del comitato provinciale del No Franco Colombo sottolinea che si tratta di «una vittoria delle persone e non dei partiti. Hanno chiaramente detto che la crisi non dipende dalla Costituzione e dalle regole, ma dalla volontà di fare. E lo sappiamo bene noi imprenditori che sono ben altri, non certo il bicameralismo paritario, i problemi che ci preoccupano».

Proprio da imprenditore, Colombo ha visto un mondo produttivo spendersi soprattutto per il Sì: «Ma non sarà l’armageddon – afferma – ho sentito il grande “ricatto” della stabilità, del rischio caos, spread e assenza di alternative. Ma l’errore l’ha fatto chi personalizzato il quesito referendario, mettendo in questo il futuro del governo. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e ricominciare a parlare ad un Paese che ha le sue difficoltà e a cui per risollevarsi non basta una crescita dello 0,8%,

molto inferiore a quella della Spagna che è stata vicina al default». Ma è soprattutto la politica a reagire al risultato referendario. Con il trionfo del No, il leghista Stefano Candiani non sarà più “l’ultimo dei senatori”: «Tiro un sospiro di sollievo, sì, ma perché questa “schiforma” avrebbe portato ad una deformazione della democrazia. Ora si vada subito alle elezioni per dare la parola al popolo che possa esprimere finalmente una maggioranza di governo eletta democraticamente. E si faccia anche un’assemblea costituente che attui una riforma condivisa».

Candiani, da sempre spina nel fianco di Renzi, annuncia anche che chiederà «chiarezza sui costi e sui finanziamenti di questa campagna elettorale da parte delle lobby». L’eurodeputata e coordinatrice provinciale di Forza Italia Lara Comi esulta per l’«ottimo risultato della Lombardia e della provincia di Varese» e invoca nuove elezioni: «Ora dobbiamo andare avanti e permettere agli italiani di tornare a votare per le politiche, velocemente, con una nuova legge elettorale, quindi è giusto che i partiti che hanno sostenuto il No si riuniscano e decidano la strada migliore. Perché, come ha detto Renzi che ha fatto un bel discorso di addio sentito raramente da esponenti di centrosinistra, è giusto che ora la responsabilità di questi passaggi sia nelle mani dei partiti del No».

Il presidente del Consiglio regionale e coordinatore di Varese Popolare Raffaele Cattaneo, sul fronte del No («nel merito, contro una riforma troppo centralista») in contrapposizione ai vertici nazionali di Ncd, nota che «come era prevedibile, tutte le reazioni vanno verso una lettura politica del voto: Renzi deve dimettersi e andare a casa, bisogna andare subito a elezioni, ecc. È comprensibile ma apre a derive pericolose. Ora come non mai credo che debbano prevalere il buon senso, la ragione e la concordia. Le forze politiche più responsabili ricomincino a parlarsi e facciano insieme una proposta per una nuova legge elettorale e per governare il Paese. E lo facciano subito».

Guarda già avanti anche il segretario provinciale della Lega Nord Matteo Bianchi, capofila dei 34 “sindaci per il No” del Varesotto: «L’arroganza e la supponenza non pagano – dichiara – ora non buttiamo a mare questa opportunità. Oggi è il “Renzi go home” e godiamoci i calci nel sedere degli elettori a Renzi per 24 ore, dopodiché noi non dobbiamo deludere. Da martedì però dobbiamo costruire immediatamente il blocco conservatore, autonomista e liberale che dovrà presentarsi alle elezioni politiche. Un bel “ciaone” a Renzi e a tutti i suoi predicatori locali».

Si limita ad un inequivocabile «Renzi, exit» il consigliere regionale di Forza Italia Luca Marsico, tra i più attivi nella campagna per il No, mentre il deputato varesino del Movimento Cinque Stelle Cosimo Petraroli si dice «orgoglioso di essere italiano e onorato di rappresentare gli italiani».