Cinquecento operai in piazza: «Uniti per salvare i nostri diritti»

La manifestazione - Fim, Fiom e Uilm sfilano insieme. Centro città in tilt

– Anche a Varese, come in tutta Italia, i metalmeccanici sono scesi in piazza in merito alla trattativa sul rinnovo del contratto nazionale. Per manifestare le tre sigle sindacali – Fim, Fiom e Uilm – hanno scelto il cuore della città: piazza Monte Grappa. Davanti alla sede territoriale di Confindustria hanno portato musica, bandiere, striscioni e cartelli. In piazza si sono riuniti 500 lavoratori in rappresentanza dei 40 mila metalmeccanici che lavorano in provincia.I lavoratori vogliono un contratto che garantisca il potere d’acquisto del salario di tutti, che estenda e valorizzi la contrattazione di secondo livello, migliori le condizioni e le tutele e rilanci il sistema industriale e l’occupazione.

Federmeccanica e Assistal hanno previsto nel contratto nazionale alcune misure di welfare, come per esempio una sanità integrativa a totale carico delle imprese per tutti i lavoratori e famigliari, un aumento della contribuzione a carico delle imprese per la previdenza complementare, il diritto alla formazione e allo studio garantito. Ma i lavoratori rivendicano il fatto che il contratto nazionale escluda il 95 per cento dei metalmeccanici dagli aumenti salariali. La manifestazione è stata un successo.

Secondo Fim Cisl, i principali siti produttivi varesini di questo settore hanno registrato altissime percentuali di adesione: 95% allo stabilimento Whirlpool di Cassinetta, 90% allo stabilimento Finmeccanica di Vergiate, 85% al Riganti e l’80% sia allo stabilimento Finmeccanica di Venegono che alla Riva Acciaio. , segretario generale della Fim Cisl dei Laghi, ha commentato: «Torniamo a manifestare insieme, unitariamente, con la consapevolezza che insieme possiamo fare grandi cose. Dopo sei mesi di trattative in cui si sono prodotti tredici incontri ufficiali tra le delegazioni, il tavolo non ha prodotto le condizioni per giungere al rinnovo». «Le proposte di Federmeccanica – ha continuato il segretario generale della Fim Cisl dei Laghi – devono essere modificate. La cosa intollerabile è che si dica che c’è il principio di garanzia quando, nei fatti, solo il 5 per cento dei lavoratori di questo settore avrà gli incrementi salariali, che per noi devono essere raggiunti da tutti».

«Oggi è una giornata importante – commenta , segretario generale di Fiom – Dopo 8 anni di separazioni sindacali e di crisi, siamo tornati in piazza uniti. C’è in atto il tentativo di svuotare di significato il contratto nazionale che prevede diritti, tutele, salario e orario. Un contratto nazionale che parla di welfare e basta non serve». «Stiamo parlando di diritti conquistati negli Anni 70 – aggiunge di Uilm – Non può esistere un contratto senza salario, per questo abbiamo indetto uno sciopero di quattro ore».
Se Federmeccanica non cambierà la propria posizione, le iniziative dei sindacati continueranno anche nei prossimi mesi.