Con la cultura Varese può finalmente rinascere

Il commento di Marco Tavazzi

Il rilancio della Città Giardino non può che passare dalla cultura. Forse proprio perché, da quando venne abbattuto il vecchio Teatro Sociale, negli anni Cinquanta, la nostra città ha avuto sempre la tendenza a rimanere indietro su questo campo. Non certo per la mancanza di “materia prima”, visto l’eccellente capitale umano di cui dispone.

Semmai per il problema, molto più concreto, di una scarsa valorizzazione delle proprie risorse.

Probabilmente a Varese, ben prima che venisse pronunciato dal famoso ministro, il detto “con la cultura non si mangia” faceva parte di una certa mentalità comune.

Mentalità che è stata combattuta da chi ha avuto il coraggio di fare della cultura la propria professione. O, anche senza farne una professione, ha cercato di proporla e coinvolgere i propri concittadini.

Questa ormai, forse, è storia vecchia. L’impronta che da qualche tempo sembra si voglia dare alla nostra città è infatti quella di una rinascita culturale, di una valorizzazione delle proposte che arrivano dal basso e possono contribuire a costruire qualcosa di importante per Varese.

La capacità di saper cogliere queste istanze dal basso, favorirle e aiutarle a crescere, cercando di creare una rete di sinergie, può essere una mossa vincente per chi è al governo.

L’impegno nella realizzazione del polo culturale in piazza Repubblica può essere veramente un primo importante passo in questa direzione. Insieme al lavoro che l’assessorato alla Cultura sta cercando di fare con le associazioni del territorio.

Lavoro non facile, come scrivevo giorni fa, a causa delle storiche e sedimentate invidie e rivalità che spesso accompagnano i soggetti culturali della Città Giardino. Ma se si vuole arrivare ad una rinascita occorre che tutti si rimbocchino le maniche e mettano da parte le proprie rivalità. Altrimenti stiamo parlando del nulla.