Condanna a 16 anni per il papà orco

Ha violentato la figlia per 4 anni, mettendola incinta e costringendola poi ad abortire

Violenta la figlia per quattro anni, la mette incinta e la costringe ad abortire: condannato a 16 anni. La sentenza pronunciata dai giudici del tribunale di Varese: l’accusa aveva chiesto otto anni di carcere. Il collegio presieduto da Anna Azzena ha raddoppiato la pena.

I fatti risalgono al 2013. O meglio, nel 2013, il castello dell’orrore dominato dal padre orco inizia a scricchiolare. La vittima, di origine ivoriana, nel marzo 2013 si presenta in ospedale: ha 13 anni e dei fortissimi dolori addominali. Con lei c’è il padre, asciutto e schivo, mentre la figlia viene visitata. I medici capiscono immediatamente l’origine di quel malessere: la tredicenne è incinta di otto settimane. Il padre, 45 anni all’epoca, perde a quel punto molta della sua rigidità. E improvvisa. Ai medici racconta, con la figlia muta vicino, che quella maternità arrivava da una violenza sessuale. Uno stupro consumato tra le mura domestiche. Il responsabile? Un familiare. Precisamente il cugino della ragazza, che vive a Parigi, ma che nel febbraio 2013 era stato loro ospite per una settimana. E in quel frangente si sarebbe consumato lo stupro.

I medici segnalano immediatamente tutto agli agenti della squadra mobile della questura di Varese. Partono le indagini. La vittima viene sentita in audizione protetta: la ragazza conferma la versione del padre. Anche il padre ripete la storia, fornendo anche le generalità dello stupratore, aggiungendo anche un particolare: il colpevole aveva poi telefonato alla vittima scusandosi, spiegando di aver agito in preda a un raptus. L’uomo inoltre aggiunge che la madre della ragazza non può essere ascoltata perché

si trova in Costa d’Avorio. La tredicenne, a questo punto, viene accompagnata dal padre ad abortire. È un padre padrone, si fa quel che dice. Forse nell’immensa arroganza, nella mostruosità della mente di quest’uomo convinto di poter violare ogni cosa, si è persino fatta largo l’idea che liberandosi del figlio avrebbe cancellato ogni prova della violenza usata alla figlia. Una figlia bambina che mai, deve aver pensato, oserà fiatare. I poliziotti, però, d’intesa con il pubblico ministero Giulia Troina che ha coordinato le indagini, sequestrano il feto. Lo sequestrano affinchè un perito genetista possa fare accertamenti sul Dna. E siccome il padre ha detto che a violentare la figlia è stato un suo diretto congiunto, ovvero suo nipote, il figlio di suo fratello, per poter fare una comparazione gli inquirenti necessitano di un Dna familiare da comparare a quello del piccolo. Precisamente il suo, quello del quarantacinquenne. Gli uomini della Mobile vanno a casa del quarantacinquenne per il prelievo e lì trovano la moglie. Che non sa nulla e alla quale l’uomo poi racconterà che la figlia era stata violentata da un compagno di classe, che lui aveva già risolto tutto con la scuola e che lei, la madre, doveva soltanto stare zitta. Il padre orco, intanto, continua ad abusare della figlia: solo che adesso usa il preservativo. Ed è un giorno preciso, mentre ancora cerca di stuprare la figlia, che il castello crolla: è lei, la bambina giocattolo di un uomo che mai avrebbe dovuto essere padre, che mette il punto. Ribellandosi. Accanto a lei c’è il fratellino di due anni più piccolo: già a quell’età l’uomo vero che il padre non sarà mai. Insieme parlano alla madre e insieme, tutti e tre, fuggono e raccontano ogni cosa agli inquirenti. La vittima adesso non è più bambina, a crescere così in fretta l’ha costretta il suo stesso carnefice, lui non la controlla più, lei non tace più. Agli inquirenti racconta tutto: il padre l’ha violentata ogni giorno dall’età di 10 anni.

Nel frattempo i poliziotti accettano che il fantomatico cugino stupratore non esiste. E il Dna sul feto incastra definitivamente il quarantacinquenne. Nell’agosto 2014 l’uomo viene arrestato: il gip non dispone la custodia cautelare il carcere, vieta semplicemente all’uomo di avvicinarsi ai familiari. Ieri, però, la giustizia è stata equa: 16 anni al padre orco.