Dalla benzina ai lavori sull’Audi. In aula i debiti di Riccardo Bossi

Il figlio del Senatùr è a processo per truffa e insolvenza fraudolenta

Dai 7mila euro dell’impianto di illuminazione di casa ai 45 euro per la benzina: sfilano in aula tutti i “debiti” insoluti di , il primogenito del Senatùr.

Il processo che vede imputato Bossi jr per truffa e insolvenza fraudolenta entra nel “vivo”. E ieri mattina ha testimoniato davanti ai giudici del tribunale di Varese proprio il benzinaio che ha fatto 45 euro di rifornimento all’imputato vedendosi salutare da Riccardo Bossi con un bel sorriso e un “grazie, tornerò a pagare”, salvo poi finire per non ricevere nemmeno una monetina a saldo di quel credito “vitalizio”.

Il titolare del distributore non ha esitato. Del resto il fatto è «così semplice – ha detto – Si è fatto fare benzina e non ha pagato». Prova ne è, per l’accusa, l’assenza di qualsivoglia ricevuta attesti come Bossi jr quel debito lo avrebbe invece onorato. E va detto che quei 45 euro sono la punta dell’iceberg per l’accusa.

A denunciare il primogenito di per il presunto “vizietto” di fare acquisti senza saldarli mai ci sono anche altri due commercianti varesini. Anche loro parti lese nel procedimento. Nello specifico il titolare di un’autofficina di Varese che ha fornito gomme e accessori destinati all’Audi di Bossi jr per un valore di 3mila euro, senza mai vedere un centesimo per la merce.

E un professionista sempre varesino che ha realizzato l’impianto di illuminazione a casa di Riccardo Bossi per un ammontare di 7mila euro finendo anche lui per arrendersi all’insolvenza del figlio del Senatùr. Il professionista, tra l’altro, ha precisato in denuncia di aver presentato un preventivo a Bossi jr e di esserselo visto approvare. Salvo poi non venire pagato.

In altri casi l’imputato avrebbe mostrato un assegno della camera dei deputati al commerciante di turno quale garanzia della propria solvenza oppure avrebbe speso il nome del padre (assolutamente estraneo alla vicenda) con un bel “poi passa il senatore a pagare” prima di sparire lasciandosi i debiti alle spalle.

Bossi non è mai comparso in aula. Il difensore , che contesta l’accusa di truffa («non usò mai artificio o raggiro per ottenere la merce in questione») chiamerà Bossi a deporre qualora «il mio assistito vorrà farlo».

L’udienza è stata aggiornata al 10 novembre. Non è la prima volta in cui Bossi jr finisce nei guai per questioni di conti non pagati: era stato denunciato dal titolare di una catena di gioiellerie di Busto Arsizio perché avrebbe acquistato gioielli Bulgari e un Rolex senza pagare.

Per quel fatto Riccardo Bossi è stato condannato a sei mesi in primo grado lo scorso novembre.