Domani si aprono le urne, e ci costano 137mila euro

Verso il referendum - Pochi i manifesti in città ma politici e comitati ambientalisti dicono: «Andate a votare»

– Solo a Varese, il referendum trivelle di domani potrebbe costare quasi 137 mila euro. Ma se ne sente parlare poco e in giro i manifesti non abbondano. Gli elettori dovranno decidere se i permessi per estrarre idrocarburi in mare, entro 12 miglia dalla costa, debbano durare fino all’esaurimento del giacimento, come avviene oggi, o fino al termine della concessione. In pratica, se il referendum raggiungesse il quorum con la vittoria del sì, le piattaforme attualmente in mare verrebbero smantellate alla scadenza della concessione, anche se da esse si potesse estrarre altro petrolio.

«Noi voteremo per il sì, abbiamo composto un comitato referendario non ufficiale. Abbiamo anche creato la pagina Facebook “Vota sì per fermare le trivelle Varese” – afferma , presidente di Legambiente Varese – Il nostro sì, posizione condivisa da tutte le associazioni ambientaliste, è per ribadire il nostro impegno per ridurre le fonti fossili e per andare verso le rinnovabili. Inoltre, vogliamo abolire la norma che prevede la concessione a un privato di una piattaforma senza limite di tempo». Come mai non se ne parla? «Questo referendum – continua Minazzi – è uno strumento a cui le Regioni hanno fatto ricorso in modo legittimo».

«Dopo di che, in tanti hanno chiesto che potesse essere accorpato alle elezioni amministrative. Se ne parla poco anche perché il maggior partito di Governo (il Pd) ha invitato all’astensionismo. Poi è anche vero che tratta di temi che in altre regioni, per esempio in Basilicata, sono più sentiti». «I soldi per la Democrazia sono sempre ben spesi. Certo, si sarebbero potuti spendere meglio accorpando questo referendum alle amministrative e al referendum della Regione per l’autonomia della Lombardia» afferma il segretario cittadino della Lega . Così non è andata.

Tornando al referendum “delle trivelle”: «Il valore simbolico del tema giustifica il nostro sì all’abrogazione della norma. Noi vogliamo andare nella direzione del risparmio energetico e a Varese e in provincia lo abbiamo ben dimostrato con i cantieri che abbiamo aperto nelle scuole per sfruttare le fonti di energia rinnovabili». Il Pd a livello nazionale ha invitato all’astensionismo. Ma il segretario cittadino del Pd la pensa diversamente: «A livello nazionale il Pd ha detto di non partecipare al referendum. Ma io ritengo un messaggio di questo genere diseducativo, perché i nostri nonni hanno combattuto per garantirci la libertà di andare a votare».

«Questo problema poteva essere risolto recependo le richieste, facendo un ulteriore emendamento, senza chiedere il parere ai cittadini. Io andrò a votare, perché la libertà di farlo è stata conquistata a prezzo di molti sacrifici». Rispetto alla scarsa pubblicità: «Il referendum è stato proposto dalle Regioni, ci sono dei comitati a favore del sì e del no, dovrebbero essere loro a fare pubblicità. Ma siamo in una situazione anomala, perché questo non è un referendum proposto da raccolta firme» conclude Mirabelli.