«Due furti in sei mesi: un incubo. Sistemi e riparti ma cambia tutto»

La lettera-sfogo di una nostra lettrice derubata alza il velo su rabbia e disagio di molti. La negoziante Yvonne Rosa: «Ti portano via i ricordi, la tua casa non è più solo tua...»

«Rimetti tutto a posto e riparti come se sei sempre ripartita. Ma ti accorgi che qualcosa non è più come prima: perdi la tranquillità, hai paura, ansia… Hai come la sensazione che la casa, la tua casa, sia diventata quella di tutti».
Giovedì La Provincia di Varese ha ospitato le dure parole di sfogo di una lettrice che ci ha raccontato l’esperienza – purtroppo comune, ma estremamente intima nei suoi risvolti psicologici – di un furto subito nella propria abitazione.
Le sua lettera è arrivata in redazione dopo che il nostro giornale ha dato ampio risalto a una piaga – quella dei furti, appunto – sempre più diffusa nel territorio, capace di lasciare strascichi di impotenza (nelle forze dell’ordine e nei giudici, che non possono contare su leggi abbastanza punitive e vedono inutile il loro lavoro, oltre che nei cittadini) e dei segni nell’anima che vanno ben oltre il danno materiale subito.

La signora ci ha scritto: «… Mi hanno rovinato la vita. Letteralmente. Io non vivo più, o meglio vivo nel terrore. Esco di casa e penso a come la troverò quando tornerò. Passo le giornate a curare la mia nipotina con le orecchie tese al minimo rumore».
«Non riesco più a dormire senza tranquillanti, non chiuderei occhio, non potrei. Ecco, questo è quello che nessuno dice ma che resta più profondamente dentro chi subisce una violazione della propria privacy.

Passi il valore effettivo ed affettivo di ciò che questi balordi si portano via. È quel che resta che fa più male…».
Come in una catena che costruisce i propri anelli sull’indignazione, la testimonianza della donna ha stimolato ulteriori riflessioni. Ieri, sulla propria pagina Facebook,– nota commerciante del centro città – ha condiviso il nostro articolo e si è sfogata così: «Ho subito due furti in sei mesi. Ti senti impotente, mai ti aspetteresti uno scempio del genere: qualcuno che fruga tra le tue cose, che tocca e che ti porta via ricordi che ti appartengono da una vita, doni di una mamma che non c’è più….Al secondo furto t’incazzi e vorresti ammazzarli i delinquenti che si sono permessi di rientrare in casa tua rifacendo gli stessi danni…Non riesci a trattenere le lacrime e prendi atto che casa tua non è più tua, che delle merde possono ancora rientrare, che tanto anche se li prendono non andranno in galera… Intanto hanno preso la tua vita».
Le abbiamo telefonato: «La prima volta fu il 14 febbraio di due anni fa – ci racconta – Entrarono probabilmente da una finestra del bagno, utilizzando la grondaia per raggiungerla (abito in un appartamento). Mi portarono via tutto l’oro di mia madre, toccarono ogni cosa, mi devastarono la casa».

Sei mesi dopo l’incubo si ripete: «Il 17 novembre tornai dopo il lavoro e trovai la stessa scena. Questa volta non rubarono praticamente nulla perché non era rimasto più niente di prezioso dalla prima, ma il disastro fu il medesimo, accompagnato da quel senso di frustrazione che si trasformò in rabbia».
La tranquillità ora è un ricordo: «Di notte non dormo più – insiste Yvonne – tengo una mazza da baseball vicino al letto e chiudo sempre le finestre d’estate, nonostante il caldo. Ti viene il sospetto che degli estranei conoscano la tua vita, che ti curino per capire quando possono agire. Non ho ancora metabolizzato quanto successo».
Invitiamo tutti i lettori che hanno loro malgrado vissuto esperienze simili a scrivere al nostro giornale, raccontandocele. Tante voci servirebbero a formare un coro, quello di chi si è stancato di sopportare certe violazioni alla propria intimità.