È scontro sull’Addolorata. Protesta contro il Comune

Una riunione molto tesa, quella di ieri sera tra sindaco, assessore e genitori. Oggi in giunta la delibera

Genitori dell’Addolorata sul piede di guerra ieri sera nella lunga e a tratti accesa riunione che si è svolta nei locali della Mazzini di via Como, a confronto con le ragioni del sindaco Davide Galimberti, dell’assessore ai Servizi Educativi Rossella Dimaggio e della dirigente scolastica Maria Rosa Rossi.

Sabato scorso, infatti, il Comune ha comunicato ad insegnanti e rappresentanti l’intenzione di trasferire, a partire dal prossimo anno scolastico, gli allievi delle cinque classi che attualmente sono ospitati al primo piano dello storico edificio delle Suore della Riparazione di via Bernardino Luini.

Un trasloco coatto che impegnerà cinque aule della primaria Mazzini di via Como e che i genitori non digeriscono per svariati motivi, primo fra tutti il fatto che non solamente i bambini ma le famiglie intere, in quell’edificio che un tempo fu un collegio femminile e prima ancora un orfanatrofio, si identificano. Un’isola felice di scuola pubblica in cui i servizi parascolastici sono però garantiti dalla presenza delle suore, che offrono prescuola, mensa interna e doposcuola ma anche fungono da numi tutelari: la presenza della cappella interna nella quale il venerdì mattina si recita la preghiera assieme alla madre superiora ne è un chiaro esempio.

Da subito i genitori si sono infiammati alle parole del sindaco che spiegava come la decisione sia stata presa per motivi economici.

«Un incontro che cerca di modellare le esigenze delle famiglie rispetto alle ipotesi di trasferimento. Abbiamo oltre 20 scuole primarie sul territorio varesino e dobbiamo assumere anche qualche decisione difficile a fronte del calo delle nascite. Tutti i plessi sono occupati all’incirca per il 50% e in taluni casi al di sotto del 50%. E i costi di gestione sono alti. L’Addolorata e l’unico edificio scolastico non di proprietà comunale: il Comune paga un affitto di 60mila euro, 50mila di canone e il restante di spese, e a fronte di questa situazione la scelta è stata di avviare una procedura di trasferimento nella scuola vicina pochi metri».

Questa mattina la giunta delibererà il trasferimento.

I genitori si sono indignati anche per le tempistiche «era una cosa che il Comune sapeva in anticipo e voi ce lo avete comunicato solamente all’ultimo momento», hanno inveito.

«Il motivo della celerità è stato per permettere alle famiglie di iscriversi ai servizi parascolastici – ha precisato Galimberti – tant’è vero che riapriremo settimana prossima le iscrizioni. Prima di natale è stata assunta una delibera che ridisegna i servizi parascolastici e il tema dell’Addolorata non era assolutamente affrontato».

«Voi non potete vivere in una scuola pubblica pensando che sia una scuola privata – ha invece sottolineato Dimaggio – questo è il grosso equivoco dell’Addolorata».

Il problema solleva è stato anche quello dei numeri: se non si iscrivono almeno 9 bambini non verrà attivato il parascolastico: nella mail inviata a tutti i genitori si garantiva al contrario la sicurezza del servizio tolto con il parascolastico comunale.

È stato poi sottolineato che la scelta dell’Addolorata è stata per la sua unicità: «Per noi è una scelta sociale oltre che educativa» ha spiegato un genitore reduce dall’ultimo open day. Che quindi ha preiscritto il figlio per il prossimo anno scolastico.

«Qui sono presenti bambini di diverse nazionalità ed è un esempio di integrazione che dovrebbe essere presa a modello. Inoltre la nostra scuola ha un doposcuola cattolico che impartisce i valori dei nostri genitori e dei nostri nonni e noi vogliamo che questa cosa sia una vantaggio, che non sia vista come un’anomalia. Una cosa a cui non vogliamo rinunciare».