Economia ad hoc per i confini. Un sogno chiamato Zes

Il consigliere regionale Marsico e la mozione delle zone vicine alla Svizzera

Finita in qualche cassetto del Parlamento italiano dove giace dal 2014, torna di attualità la proposta di creare una Zes, ovvero una zona economica speciale nei territori di confine con la Svizzera; un tema ovviamente di grande interesse anche per il Nord del Varesotto. A tornare alla carica è il consigliere regionale varesino di Forza Italia, che ha presentato una mozione al Pirellone, che impegna le amministrazioni locali al fianco di Regione Lombardia, con l’obiettivo di sollecitare il governo sulla questione.

«L’invito – spiega Marsico – è che tutti i Comuni della provincia di Varese possano al più presto dare approvazione alla mozione per l’individuazione di una zona economica speciale nei territori di confine con la Svizzera, per dare un segnale deciso alla Camera dei Deputati dove la proposta di legge al Parlamento giace dal luglio del 2014». Data in cui la proposta fu approvata dal consiglio regionale lombardo, che l’ha licenziata impegnando sul tema Roma.

Se applicata, la Zes porterebbe vantaggi nelle aree territoriali della Lombardia confinanti con la Svizzera, al fine di creare condizioni favorevoli, fiscali, finanziari e amministrativi, favorendo in questo modo l’insediamento di aziende. Chi fa impresa nella zona nord della provincia di Varese sa quanto sia vantaggioso il sistema fiscale e burocratico elvetico e quanto sia forte la concorrenza.

«Insediare nelle Zes aziende che svolgono attività di impresa significa promuovere lo sviluppo economico e l’occupazione» afferma Marsico, che aveva presentato un emendamento, grazie al quale i vantaggi della Zes si potessero estendere fino all’aeroporto di Malpensa.

Il problema è ovviamente più sentito vicino al confine elvetico; il Canton Ticino, da anni, offre per chi vuole fare impresa condizioni economiche molto più vantaggiose di quelle italiane sia in ordine alla fiscalità sia in ordine alla tempistica e ai costi di avvio dell’attività. Condizioni che rendono poco appetibile il nostro territorio di confine verso gli investitori. «Se, come mi auguro, i Comuni daranno un segnale forte a Roma, si potrà pensare di dare applicazione a un provvedimento necessario e fondamentale per le province di confine come Varese – conclude il consigliere Marsico – un lavoro in sinergia per tutelare i nostri territori e dare loro nuovo vigore».