Emergenza profughi. La Lega Nord sulle barricate

Il Pd sfida il Carroccio: «I sindaci lumbard sono disposti a cercare soluzioni umane?»

Profughi oltre quota 1700 in provincia di Varese, per la Lega Nord «la situazione è insostenibile».

Il consigliere provinciale Giuseppe Longhin all’attacco di Villa Recalcati: «Più di 20 milioni di euro sottratti alle casse provinciali». Ma il capogruppo Pd Paolo Bertocchi replica: «Basta con la propaganda. La soluzione è l’accoglienza diffusa: ma i sindaci leghisti ci stanno o fanno ostruzionismo?».

È ancora guerra sull’accoglienza dei richiedenti asilo. «In provincia di Varese – sottolinea il responsabile del dipartimento provinciale sicurezza e immigrazione della Lega Nord Andrea Tomasini – abbiamo già oltre 1700 presenze di migranti e la situazione col tempo è destinata a peggiorare. Gli enti locali non sanno più cosa fare e come farsi carico di questa situazione ormai insostenibile». Tanto più considerando i dati dell’assessore regionale Simona Bordonali, che parlano di «3590 richieste di asilo accolte» con il riconoscimento dello status di rifugiato «il 5% delle circa 70mila richieste analizzate».

Il responsabile degli enti locali del Carroccio, il consigliere provinciale Giuseppe Longhin, ricorda «la mozione protocollata in Provincia a febbraio, dove chiedevamo più controlli e gestione nonché più potere ai sindaci. Ci spiace constatare che sia l’amministrazione provinciale che il prefetto debbano sottostare ai diktat del governo centrale arrivando quasi a minacciare i sindaci in caso di non accoglienza». Non solo, aggiunge Longhin, «la questione clandestini sta letteralmente svuotando le casse provinciali, dato che sono ormai stati spesi più

di 20 milioni di euro in favore delle cooperative, che con 1700 clandestini saliranno a 21 milioni annui. Denari tolti al territorio, alle manutenzioni delle scuole, delle strade, ai vigili del fuoco. Un finto buonismo non si sa fine a che cosa. Ma i nostri sindaci non accetteranno prevaricazioni». Il capogruppo Pd a Villa Recalcati Paolo Bertocchi prova a fare chiarezza: «Non so se Longhini sa che la Provincia non ci mette una lira, perché l’impressione è che in due anni di consiglio provinciale non l’abbia ancora capito».

Poi attacca sul piano politico: «Ma come? – si chiede Bertocchi, riferendosi a Ncd – Alfano va bene quando servono voti, e se lo riprendono come alleato alle elezioni provinciali, ma poi non va bene quando gestisce la problematica dei profughi? Forse perché hanno perso le elezioni, Alfano è tornato ad essere il ministro brutto e cattivo. Io credo che non si possa continuare a fare il teatrino sulla pelle delle persone». Oltretutto, ricorda l’esponente del Pd, «le quote stabilite dalle Prefetture, in media due profughi e mezzo ogni mille abitanti, sono assolutamente sostenibili per il nostro territorio, di gran lunga inferiori alle quote di migranti da sempre avute nei nostri Comuni in periodi non di emergenza».

La soluzione

Ecco perché Bertocchi lancia la sfida al Carroccio: «Se l’approccio diventasse finalmente di tipo sistemico, vale a dire un’accoglienza diffusa e non più palestre, caserme, container o strutture di grandi dimensioni, il tema potrebbe essere affrontato in modo molto meno impattante per le singole realtà della nostra provincia.

I sindaci leghisti sono pronti a dare una mano, sedendosi attorno ad un tavolo per studiare un modello di accoglienza diverso, in grado di dare possibilità a queste persone di darsi da fare con lavori socialmente utili, coinvolgendo anche le cooperative assegnatarie dei contributi dello Stato, oppure vogliono solo alzare la propaganda a livelli vergognosi?».