«Finisce una bella esperienza di vita»

L’arrivederci - Dopo diciassette anni alla guida del Pronto Soccorso, il primario Francesco Perlasca va in pensione

saluta il Pronto Soccorso di Varese. Quello di ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro per il direttore dell’unità operativa di Emergenza/Urgenza all’ospedale di Circolo. Il saluto ufficiale e commosso è arrivato dopo 17 anni alla guida di un reparto tanto ampio, complicato e decisivo, del quale aveva ricevuto il testimone proprio dal predecessore Ermanno Montoli. La sua gestione ha coinciso con grandi rivoluzioni, dal padiglione dedicato sorto negli ultimi anni e alla riorganizzazione dei percorsi dei pazienti dopo l’accettazione.

Tanti i pensieri che gli hanno affollato la mente nelle ultime ore. «Ho provato sentimenti molteplici e misti. Da una parte c’era l’emozione per un periodo e un’esperienza di vita che stavano finendo, ma anche per un futuro che si riapriva. Dall’altra è sorto un profondo senso di gratitudine, un ringraziamento sentito e vero per tutto il personale, perchè insieme abbiamo lavorato bene». E poi la mente è andata ai pazienti. «Il pensiero è per la gente, per un servizio che c’è stato per tanti anni e che andrà avanti. Un percorso che continua perché, al di là delle polemiche che talvolta ci sono state, abbiamo messo in piedi un servizio davvero all’avanguardia». Ora tocca al dottor . «Non si tratta di un passaggio di testimone, perché la sua sarà un’opera in continuità con la mia. Avendo già lavorato qui ed essendo stato, in questi anni, primario in un pronto soccorso vicino, c’è sempre stata praticamente una comunione di intenti». Al nuovo direttore affida, di certo, una creatura bella e amata. «Sicuramente gli lascio un’organizzazione molto ampia e una grande responsabilità nella formazione del personale». Per il direttore uscente, quindi, oltre all’avanguardia tecnologica, è fondamentale “il fattore umano”. «Siamo diventati, senza volerlo, un punto di riferimento nazionale per la formazione e l’organizzazione del pronto soccorso. Qui facciamo dei corsi per i quali si sono mosse persone da luoghi diversi e lontani». Al successore «lascio questa grossa responsabilità nella continuità».