Fino in Lapponia in sella alla sua Vespa. Un varesino alla ricerca di Babbo Natale

L’impresa di Alessandro Pozzi: attraverserà l’Europa per raccogliere fondi per i bimbi

In vespa verso Babbo Natale per i bambini meno fortunati, con il Ponte del Sorriso. Da Varese a Rovaniemi, in Lapponia, perché Babbo Natale esiste per davvero e può realizzare i sogni dei più piccini. , classe 1982, varesino, impiegato in un’azienda di telefonia e telecomunicazioni, con la passione per le vespe d’epoca, ha deciso di intraprendere un viaggio a bordo della sua mitica vespa color crema, Vna 2, del 1959, un’avventura in solitaria per fare del bene ai bambini. Il vespista varesino partirà la prima settimana d’agosto del 2017 da Varese e attraverserà Svizzera, Germania, Danimarca, Svezia per arrivare quindi, ronzando, in Finlandia, all’estrema regione delle Lapponia, dove c’è la casa di Babbo Natale.

«Ho girato l’Italia, andando a far raduni; quando ho organizzato la “Sei giorni internazionale di Varese”, una rievocazione storica dove la Piaggio nel 1951 aveva presentato le famose “Vespe sei giorni da corsa”, ho potuto documentarmi alla Piaggio e così mi sono appassionato alla storia, da come è nata la Vespa in poi».

«Complice la mia passione per la Vespa, ho conosciuto, ad un raduno di Vespe, un grande vespista, Fabio Cofferati, che è partito dal Museo Piaggio di Pontedera, insieme all’amico Vittorio Zitun, a bordo di due Vespa, sono andati al Polo Nord, una spedizione di 8500 km, attraverso 13 stati».

«Sono sicuro che ce la farà» ci rivela, oltreché vespista, anche presidente dell’Ape Club Italia e amico del Pozzi: «realizzare questa impresa in solitaria non è da tutti, inoltre Alessandro partirà con un buon proposito, per fare beneficenza».

«In occasione del 70° anniversario della Vespa, io ed un mio amico di Crema abbiamo deciso di partire per una spedizione a Capo Nord, anche perché nessuno, neanche nel periodo d’oro della Vespa, è andato lì con un vespa con ruote da otto pollici».

«Non è facile affrontare questo viaggio con una vespa ultrasessantenne, con le ruote piccole, dei freni ridicoli e caricati come asini di bagagli e carburante, ma io voglio aiutare Alessandro e gli darò alcune dritte fondamentali per questo viaggio».

«Sarà davvero una spedizione unica, perché la vespa che ho scelto è del 1959, totalmente conservata, come quando è nata. Con svariati segni di ruggine sulla carrozzeria, per mantenere lo storicismo della vespa, senza traccia di restauro, perché in ogni sua parte custodisce i segni dell’usura del tempo: la sua vera vita».

«Ho collezionato 13 vespe nel corso di sette anni di passione e ho anche una vespa a pedali francese, un’autentica rarità in Italia, ma nessuno in famiglia sospettava che io potessi mai intraprendere un’avventura del genere: l’espressione sul volto dei miei e della mia compagna Barbara era la stessa di mio nipote quando ha visto, per la prima volta, Babbo Natale».

«Questa spedizione sarà certamente ardua, soprattutto fisicamente perché ho calcolato di viaggiare circa dalle 10 alle 12 ore al giorno, ma sarà l’impresa della mia vita, infatti ho scelto questo mia Vespa perché immatricolata sidecar – che adesso è stato smontato in preparazione al viaggio – perché un domani, quando avrò una famiglia, e magari un figlio, lo porterò con me all’interno della navicella sidecar ai raduni e a passeggio per la città».

«In viaggio con me, porterò le letterine a Babbo Natale dei bambini del Ponte del Sorriso, perché tramite questo viaggio, vorrei fare da volano per raccogliere i fondi e aiutare i bambini che hanno bisogno, per regalare un sorriso per ogni kilometro che macinerò a bordo di quella che sarà la mia fidanzata per almeno due settimane».

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