Galimberti e Gregori: il gioco delle parti

Il commento di Marco Tavazzi su Galimberti e Gregori

È interessante e stimolante assistere alle vicissitudini della politica varesina. Soprattutto in questo momento, che stiamo andando verso il primo anno di governo della giunta Galimberti. La prima giunta di centrosinistra dopo oltre vent’anni di Lega in solitaria e di Lega con il centrodestra dopo.

Gregori attacca, puntualizza, analizza. Si muove come si è sempre mosso, da uomo del web e dei social che sa parlare sia il politichese che il linguaggio dell’uomo della strada. È un bravo comunicatore. E anche un ottimo consigliere comunale.

Il sindaco Galimberti, mentre scriviamo, non ha ancora commentato. Galimberti, chi l’ha seguito fin dall’inizio lo sa bene, aveva detto che non sarebbe mai sceso a parlare di polemiche politiche. Lo abbiamo visto quando si era dimesso Andrea Bortoluzzi. Come risposta aveva dato il benvenuto alla nuova consigliera, che avrebbe sostituito Bortoluzzi. Siamo davanti a due bravissimi comunicatori: Gregori, pur stando in maggioranza, riesce a ricavarsi il suo spazio e a portare avanti le battaglie che gli interessano.

Siede nella maggioranza, ma è battagliero come uno dell’opposizione. Salvo poi rimanere fedele alla sua parte, com’è giusto che sia.

Galimberti comunica sempre e solo in positivo.

E lesina le parole quando si tratta invece di argomenti scomodi, come le beghe interne alla sua maggioranza.

Una scelta vincente. Perché se parli, ti esponi. E anche se sei dalla parte giusta (ammesso che in politica esista il giusto e lo sbagliato, in realtà ci sono solo punti di vista), troveranno comunque il modo di attaccarti. Quindi, meglio non parlare. Tutta questa storia potrebbe essere l’inizio di una bella crepa nella maggioranza. Oppure, finirà in una bolla di sapone.

Comunque vada, è il gioco delle parti.