Genitori e allievi salutano con commozione la «Canziani»

Cartelloni e una canzone per congedarsi dalla storica struttura di Varese che li ha accolti per anni

– È stata una mattinata di grande commozione, ma anche densa di speranza, quella di sabato. Alle dieci, puntuali all’appuntamento convenuto, molti insegnanti, genitori e anche nonni si sono trovati in via Marzorati davanti alla scuola “Enrico Canziani” per l’arrivederci a data da destinarsi: assieme a loro, il sindaco Davide Galimberti e l’assessore ai servizi educativi Rossella Dimaggio. La scuola primaria in cima al colle dei Miogni, dichiarata inagibile dal 4 di luglio, giorno in cui al Comune sono giunti gli esiti dell’ultima

perizia statica, era lì di fronte a loro: una seconda casa per tanti bambini di oggi e di ieri, che, una volta cresciuti e messa su famiglia, hanno scelto la medesima scuola per la loro prole. Segno di un’affezione nutrita ed alimentata negli anni a partire da quell’11 ottobre 1965 in cui gli alunni dell’allora scuola speciale di via Walder furono trasferiti nel nuovo edificio del quartiere Bellotti: una costruzione contenuta di spazi, a misura di bambino, pensata per ospitare una sola sezione (anche se l’anno scorso le prime formate erano due, passate a due seconde per l’anno a venire) e costretta puntualmente a non accettare le iscrizioni in esubero.

Davanti al cancello della scuola, un cartellone con tanti cuori colorati: in ognuno di essi il nome di un alunno di quinta, al centro il testo di una canzone pensata per il congedo alla scuola amata in occasione della festa di fine anno, quando ancora nulla faceva presagire la doccia fredda che si sarebbe rovesciata di lì a pochi giorni. I genitori dell’associazione “Mia Canziani”, presieduta da Serena Raia – prima allieva, poi madre – assieme agli insegnanti di plesso hanno voluto cantare nuovamente questa melodia, giocata sulle note di Jovanotti: un vero e proprio inno d’amore per quelle mura che nessuno si rassegna a pensare chiuse per sempre. “A te che sei, semplicemente sei la scuola dei sogni miei, la classe che rivivrei…”. Accanto, un altro cartellone con uno scoiattolo che cerca i suoi amici: “Dove sono finiti i bambini della Canziani?”, firmato dai genitori e da Rossella Dimaggio; un terzo, rosso fuoco, recita in caratteri arcobaleno: “I love Canziani”, con un cuore enorme a simboleggiare l’amore immenso per quella scuola “unica, speciale”, come sottolinea il “piccolo pensiero” di un bambino che chiede “un’altra possibilità”. Un sit – in pacifico durato un paio d’ore, dove tanti hanno voluto esternare il loro rapporto così speciale per quella piccola, sfortunata scuola di quartiere: «Vivo malissimo questa chiusura» racconta Roberta Basaglia, mamma ed insegnante alla Pellico. «Mio figlio ha finito quest’anno, mentre per la bambina ho prenotato la navetta gratuita che ci metterà a disposizione il Comune».

«Abbiamo però scoperto, nel sopralluogo coi tecnici – spiega Dimaggio – un sentiero che parte dalla cappelletta di via Palazzi e che arriva alla Don Bosco passando per i campi e per una piccola zona boschiva: è quello della Marcia del Pellicano, e vorremmo pensare di metterlo in sicurezza per consentire il passaggio del pedibus». «Non ho ancora metabolizzato il colpo» ammette Roberta Scartazza, madre di tre figlie, una già alle medie, la seconda e la terza ancora frequentanti la Canziani. «Qui i genitori, e ancor di più i nonni si sono sempre resi disponibili alla collaborazione. Mio padre ha realizzato lo stagno, e da bravo nonno old style ha portato di persona la carriola per scaricare la ghiaia acquistata dall’associazione genitori lo scorso autunno per proteggere il giardino d’ingresso dal fango e dalle pozzanghere delle grandi piogge. Avevamo fatto anche la casetta in terra cruda… ora che andiamo via, dobbiamo lasciare tutto così, abbandonato a se stesso: ed il pensiero è terribile».

«Abbiamo voluto portare un saluto alla nostra scuola per mostrarle che non ci arrendiamo» ha concluso Serena Raia con il noto sorriso battagliero. «Essendo una onlus, noi della Mia Canziani stiamo già cercando finanziamenti che ci possano far sperare di tornare al più presto in questi luoghi cari».

Ora l’associazione si riunirà ancora un paio di volte in estate in vista dell’appuntamento del 2 ottobre fissato con l’Assessorato ai Servizi Educativi: un tavolo di lavoro per programmare il più dolce degli inserimenti possibili alla “San Giovanni Bosco”, dove i 124 bambini della Canziani troveranno una nuova casa al pianterreno, accanto ai 74 cugini che li aspettano a braccia aperte per l’11 settembre.