Giovani Padani, striscioni e polemiche: «Questa Europa è come la morente URSS»

Lo scetticismo del movimento nel giorno dei 60 anni della Ue: «La nostra idea si basa su una storia comune di secoli se non di millenni»

Nel giorno della ricorrenza dei Trattati di Roma (sabato, ndr), che sessant’anni fa diedero vita a quello che fu il nucleo originario dell’Unione Europea, i Giovani Padani della Provincia di Varese esprimono il loro scetticismo per questa istituzione, esponendo diversi striscioni a Saronno, Busto Arsizio, Tradate, Gavirate e Varese.

«La nostra visione dell’Europa è completamente diversa da quella che oggi si autocelebra a Roma – commenta il coordinatore provinciale del Movimento Giovani Padani, – L’Europa di oggi si basa su sterili trattati commerciali e monetari, non toccando neanche lontanamente l’appartenenza identitaria e culturale di un continente che ha plasmato il vivere del mondo moderno».

Secondo i Giovani Padani Unione Europea non coincide con l’Europa e citando Marion Le Pen rivendicano un’Europa degli eroi, dei santi e degli inventori, con 5mila di anni di storia, non 60. « È ingiusto rappresentarci come anti-europei – chiosano i giovani leghisti – anzi la nostra visione di Europa si basa sulle radici comuni di secoli se non millenni di convivenza su questo continente, di tradizioni e religioni diverse ma che hanno un destino comune, da Lisbona a Vladivostok, da Reykjavík da Atene. Il drammatico fallimento dell’Europa di Junker, Tajani e Mogherini, che non è in grado di garantire sicurezza, prosperità e futuro ai milioni di cittadini è sotto gli occhi di tutti».

Il paragone è con l’URSS: «Questa Unione Europea, è un fantasma, è come la morente Unione Sovietica, e con le sue politiche danneggia i salari fagocitando le vite dei suoi abitanti. È da miopi auspicare più Ue e più euro di fronte ai fallimenti, per questo nei nostri striscioni abbiamo scritto: “100% Europa, 0% UE”.

L’alternativa che i Giovani Padani propongono è: meno burocrati di Bruxelles e più territori, meno parametri fiscali e più libertà d’impresa. «L’Europa oggi può ripartire solo dalle identità locali non certo da quei governanti che si trovano a Roma per festeggiare l’UE sospendendo Schengen».