Grande folla per il ricordo di Carletto. Il partigiano che salvò decine di ebrei

La cerimonia per il tenente degli alpini Ferrari si è svolta ieri al cimitero di Bizzozero: presente anche il sindaco Galimberti

Ieri, al cimitero di Bizzozero, davanti alla cappella della famiglia Ferrari, si è svolta la cerimonia, organizzata da Anpi Varese e dal Comune, in ricordo del tenente degli alpini e comandante partigiano Carletto Ferrari, giustiziato in via Hermada a 32 anni il 10 gennaio 1945.

«Ho voluto attualizzare la figura di Carletto Ferrari, sottolineando il suo senso grande senso civico – spiega Giuseppe Terziroli, bizzozerese, già amministratore comunale a Varese, incaricato di tenere l’orazione – Stiamo parlando di un personaggio di spessore ancora tutto da scoprire». Terziroli, attraverso ricerche e interviste sul campo, è riuscito anche a risalire a qualche aneddoto. Il padre di Renzo Talamona (professore e storico), per esempio, aveva nascosto Carletto Ferrari nel fienile della propria casa per non farlo arrestare. «Un’altra curiosità riguarda il cavallo su cui si spostava il partigiano in segno di sfida. Il movimento equino, infatti, veniva combattuto dal fascismo» ha detto Terziroli che, per l’impegno a far fuggire gli ebrei in Svizzera, ha paragonato la figura di Carletto Ferrari a quella dell’assistente degli oratoriani don Franco Rimoldi e al ragioniere dell’anagrafe di Varese Calogero Marrone.

Terziroli, durante l’orazione, ha rivolto al sindaco Galimberti una proposta concreta, quella di «riposizionare in via Ferrari la targa scomparsa da qualche anno, mettendo in evidenza quello che vi era scritto, ovvero che il partigiano fu ucciso mentre veniva portato ai Miogni».

Per concludere, Terziroli ha parlato di come la Resistenza sia ancora attuale «non tanto nel proposito di effettuare i rituali, ma di attuarne gli obiettivi di convivenza civile, rimuovendo la disuguaglianza dei cittadini in campo economico e sociale. La Resistenza rappresenta il rifiuto all’assenteismo e al qualunquismo. Qualcuno ha detto che la dittatura è dentro di noi nel momento in cui subiamo la tentazione di rinunciare a un ideale per il nostro tornaconto».

Il sindaco Galimberti ha ribadito l’importanza dell’iniziativa per tener viva la memoria. Don Marco Casale, nuovo parroco di Bizzozero, ha partecipato alla cerimonia e ha accennato il tema della libertà.

«È stata una bella edizione, molto partecipata» commenta Margherita Giromini, presidente di Anpi Varese, «c’erano parecchie persone di Bizzozero, cosa che testimonia ancora di più che il ricordo di Ferrari è ancora vivo tra la gente».

A margine, Giromini ha commentato la proposta avanzata dalla Comunità dei Dodici Raggi su Change.org di mettere fuori legge l’Anpi: «A queste proposte si risponde con la conoscenza storica, perché chi conosce il nazifascismo non va in giro a inneggiare Hitler. Sono i ragazzi meno forti sul piano culturale che si fanno attrarre dalla simbologia del super uomo».