«Grazie Varese. La mia vita è diventata fantastica»

La storia di Sidat è quella degli stranieri che si mettono a disposizione della cittadinanza

«Sono grato a Varese che ha reso la mia vita fantastica». Così Sidat Pagjie, ragazzo di 32 anni che nel 2011 è arrivato in Italia dalla Libia. Sidat, a 13 anni, ha lasciato il Gambia e la sua famiglia in cerca di fortuna. In Libia lavorava già da cinque anni nel settore della ristorazione, ma un giorno è stato caricato su un barcone a forza dai soldati di Gheddafi. «Ci sono venuti a prendere nello stabile dove alloggiavamo e ci hanno costretti a salire prima su un camion e poi su un barcone diretto in Italia – racconta – Eravamo in 450 africani e siamo rimasti in mezzo al mare quattro giorni, fermi perché il motore aveva smesso di funzionare. Un elicottero alla fine ci ha avvistato e siamo stati portati in salvo».

Sidat è sbarcato a Lampedusa, da lì è stato trasferito a Como e poi a Varese. Ha alloggiato all’hotel Plaza, è stato ospitato per due anni da una famiglia di Masnago e adesso si è perfettamente integrato. Lavora alla cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione, aiutando altri giovani con la storia simile alla sua. Come per Sidat, anche per i ragazzi richiedenti asilo è importante sentirsi utili, da qui l’idea di collaborare con il comune in attività di pulizia della città, sistemazione del verde urbano e aiuto nei centri anziani.

Ieri i primi sei – tutti ragazzi già in Italia da diversi mesi, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, provenienti da Gambia, Senegal, Nigeria, Costa D’Avorio – si sono recati al centro anziani di via Maspero. Altri si aggiungeranno a loro nelle prossime settimane. Lavoreranno in piccoli gruppi, seguiti da un operatore del comune, a puro titolo di volontariato (quindi senza recepire alcun compenso), per qualche ora al giorno, due o tre volte alla settimana.

I ragazzi vengono selezionati sulla base delle proprie attitudini e dopo aver frequentato un corso sulla sicurezza. Un requisito per partecipare a questo progetto di volontariato è comprendere la lingua.

L’iniziativa per la prima volta è gestita dall’associazione «L’anello forte» che ha stipulato una assicurazione per ogni ragazzo coinvolto nelle diverse attività. I giovani sono quotidianamente seguiti dalla cooperativa «Lotta contro l’emarginazione». I progetti di volontariato sono stati discussi con il comune di Varese, che li ha resi possibili. Esperienze analoghe fino ad oggi sono state condotte in alcuni comuni della provincia (ad esempio Comerio, Luvinate e Besozzo), o in grandi città laddove le amministrazioni hanno voluto dare un segnale di integrazione.

La prima tappa del progetto di volontariato è stata il centro diurno di via Maspero, dove i primi richiedenti asilo si sono dati da fare per tutto il giorno per sistemare e pulire le aree esterne del centro. Tra le diverse attività, hanno anche trascorso del tempo con gli anziani che sono gli utenti del centro.

«Questi ragazzi hanno voglia di fare, di mettersi a disposizione della comunità e di prendersi cura della città che li accoglie – ha spiegato Roberto Molinari, assessore ai Servizi sociali – Parte con loro un percorso di volontariato che continuerà nei prossimi mesi e che vedrà impegnati numerosi ragazzi. Noi crediamo che questo sia il modo migliore per dimostrare che il tema dei richiedenti asilo può essere affrontato seriamente e diversamente da come è stato fatto in questi anni. Questi giovani saranno impegnati in diverse attività di volontariato totalmente gratuito, rendendosi così utili alla comunità che li accoglie».