Guai giudiziari anche per Riccardo Bossi. Comparirà in aula il 5 febbraio

Il primogenito del Senatùr è accusato di truffa: avrebbe fatto diversi acquisti senza poi saldare e sparendo

Guai giudiziari per Riccardo Bossi, il primogenito del Senatùr, anche a Varese e Busto Arsizio. Riccardo Bossi rinviato a giudizio dal gup di Varese Alessandro Chionna: andrà a processo il prossimo 5 febbraio. Il primogenito del Senatùr Umberto Bossi è accusato di truffa.

Bossi jr ha sempre negato gli addebiti. Secondo l’accusa si sarebbe lasciato andare ad acquisti per circa 10mila euro senza però mai saldare il conto. Secondo l’autorità giudiziaria, che ha chiesto il rinvio a giudizio di Bossi jr, il primogenito di casa Bossi avrebbe fatto acquisti di varia natura per un ammontare complessivo di circa diecimila euro.

Salvo poi non saldare il conto facendo mille promesse su un imminente pagamento. Promesse mai mantenute. Cose tipo, tranquillo poi passo a saldare, sparendo nel nulla.

Secondo indiscrezioni Bossi jr. avrebbe in talune occasioni anche dichiarato che a pagare sarebbe poi passato il padre, sfruttando quindi il cognome di peso che porta. Padre al quale, ovviamente, i debiti non sono in alcun modo riconducibili.

Il titolare di un’officina ha accusato Riccardo Bossi di non aver pagato cerchi in lega, pneumatici e accessori per la sua Audi dal valore complessivo di quasi tremila euro.

Un altro commerciante ha lamentato il mancato pagamento di oltre settemila euro per l’installazione di alcuni lampadari nella sua abitazione. L’ultimo debito al centro del procedimento, 45 euro, è stato contratto con un benzinaio. Spese che avrebbe tralasciato di pagare con i creditori, che stanchi di chiedere alla fine hanno sporto denuncia. Bizzarro è il fatto che lo stesso Bossi sia coinvolto in un’indagine per fatti analoghi coordinata dalla procura di Busto Arsizio.

In quel caso Bossi jr. si sarebbe regalato un costoso Rolex, acquistato in una nota gioielleria di Busto Arsizio, dimenticando, anche quella volta, di saldare il conto. E anche lì il gioielliere alla fine lo ha denunciato.