I Cairolini con Seneca. Al Ferraris la matematica

Un’altra giornata dura da affrontare per i maturandi varesini

Ieri mattina seconda prova scritta per i maturandi varesini di tutti gli istituti superiori: a seconda dell’indirizzo, un esame dalla durata variabile, dalle 4 ore del classico alle 18 divise in tre giornate per gli studenti dell’artistico. Tanto il caldo, forte la tensione, che però i nostri ragazzi hanno saputo affrontare con l’energia e il buonumore tipico della loro età, e anche quel pizzico di goliardia che non guasta mai. Come nel caso del liceo scientifico “Galileo

Ferraris”, dove da qualche giorno aleggia la leggenda di due galline che sarebbero state lasciate scorrazzare sulla terrazza l’ultimo giorno di scuola – il simbolo del “Ferraris” è un gallo – e che porterebbero fortuna a chi riesce ad intercettarle (anche se si vocifera che siano già finite in un buon brodo propiziatorio). La prova di matematica, uscita allo scientifico come tradizione impone, è stata sicuramente una delle più impegnative. Il primo problema, giudicato difficile da parecchi studenti, è stato risolto da qualche intraprendente come Simone e Stefan: «Mi è piaciuto – ha commentato quest’ultimo – perché da qualche anno il Ministero propone problemi legati alla realtà: in questo caso è stato recuperato da un esperimento realizzato in un museo americano, il Mo-Math-Museum of Mathematics di New York. In pratica la bicicletta ha le ruote quadrate ma il pavimento è a cunette: un problema non facile ma molto interessante». Il secondo problema di analisi matematica è stato scelto da gran parte dei ragazzi: alcuni l’hanno trovato molto difficile, altri al contrario abbastanza semplice. Al Cairoli la versione di latino era tratta da un brano delle Lettere a Lucilio di Seneca: uno degli autori “caldi” dell’ultimo anno. «Siamo stati molto contenti nel vedere Seneca» ha spiegato Martina Menegat, III B sezione Arché «perché lo avevamo tradotto parecchio e affrontato anche in letteratura e come autore». Concordi i compagni di classe Federico Arriu e Camilla Venturini e Matteo Civitelli e Alice Artico di II E. «La versione ci è parsa semplice e anche piuttosto breve, 13 righe; in più l’introduzione in italiano prevista per legge era abbastanza esaustiva. L’argomento, la filosofia come filo conduttore per la vita, era accattivante e molto attinente alla realtà». I riti propiziatori dei cairolini variano dai frullatoni energetici di frutta di Martina alle scorpacciate di frutta secca di Alice, alla frescura del balcone per studiare di Federico; Matteo invece consiglia a tutti delle grandi spremute. Al Manzoni, sezione Linguistico, lo scritto in lingua inglese durava sei ore e prevedeva la scelta fra quattro tracce: letteraria, artistica, di attualità e storico-sociale. Quest’ultima, che riguardava la condizione femminile nella storia, è stata scelta da diverse ragazze – la matrice femminile è forte al Manzoni – fra cui Aurora Magnani, V D: «Ci era richiesto di spiegare come la figura della donna si sia evoluta nel tempo e di concentrarci sull’aspetto artistico in un preciso momento, o anche solo sull’Europa. Io ho esordito dal medioevo, passando poi all’epoca vittoriana e ho delineato in particolare la figura di Florence Nightingale, l’infermiera che operò durante la guerra di Crimea, colei che ha delineato il moderno concetto di infermiera; dopodiché sono passata al discorso dei diritti, del voto e infine al XX secolo, sottolineando come si sia ancora lontani dalla vera parità, soprattutto in ambito lavorativo».