«I livelli di sicurezza sono altissimi. Zona di frontiera? Lui abitava qui…»

Dopo gli arresti - Il prefetto Giorgio Zanzi fa il punto sulle azioni anti terrorismo

«I livelli di sicurezza sono altissimi, a prescindere dai recenti risvolti di attività giudiziaria che hanno coinvolto anche Varese, e le attività di prevenzione vengono svolte quotidianamente». A entrare nel merito dei risvolti inquietanti, messi in luce dall’operazione antiterrorismo svolta in Lombardia nella giornata di giovedì scorso, è il prefetto di Varese, .
Il Varesotto è una zona di “frontiera”. La nostra provincia si trova a due passi dal confine svizzero e ospita uno degli aeroporti internazionali più importanti d’Italia, Malpensa. Queste potrebbero essere due porte principali di accesso da parte di terroristi sul nostro territorio.

«La percezione che ci siano persone sul nostro territorio che sono appartenenti a questi movimenti estremisti ci fa tenere la testa sul pezzo e un alto livello di attenzione – continua il prefetto Zanzi – La persona arrestata in provincia di Varese perché accusata di esaltazione per il jihaidismo e perché si sospetta che stesse pianificando, insieme ad altri, attentati terroristici in Italia, non è passata ne dal confine svizzero, né da Malpensa. Si tratta di un ragazzo che viveva sul territorio da anni».

, 23 anni, è nato in Marocco ma subito dopo la famiglia si è trasferita nella nostra provincia. Da qualche anno vivono sopra la biblioteca a Brunello. Abderrahmane, secondo le accuse, dopo la morte del fratello Oussama (in Siria come foreign fighter) si è radicalizzato.
Questo cambiamento sembrerebbe essere avvenuto negli ultimi mesi, dopo aver iniziato a seguire gli insegnamenti del “cattivo maestro”, già amico del fratello defunto e oggi latitante insieme alla moglie .
Ed è

proprio a Koraichi che, secondo le intercettazioni telefoniche, annunciava la piena disponibilità al martirio per la causa del Califfato.
Abderrahmane non è stato in passato un fedele di Allah. Lui stesso lo ammette nelle intercettazioni effettuate dalle forze dell’ordine nelle quali, parlando del suo passato con il pugile Moutaharrik Abderrahim, che ammette che prima di ritrovare la “retta via” conduceva una brutta vita dedita all’alcol e al consumo di cannabis.
Abderrahmane, infatti, era in passato un frequentatore di piazza Repubblica.
«Gli arresti che sono stati compiuti nei giorni scorsi – precisa il prefetto – dimostrano che si sta lavorando e che ci si muove secondo le giuste coordinate. Quello che umanamente è possibile fare, lo si sta facendo».