«I partiti sono diventati marchi in franchising»

Stefania Craxi si racconta tra passato e futuro. E dice No al Referendum: «Riforma sbagliata»

«Questa è una riforma che deforma il sistema politico istituzionale senza porre rimedio a nessuno dei mali che lo affliggono». Queste le parole di Stefania Craxi, figlia di Bettino Craxi, presidente del Consiglio dei Ministri dal 4 agosto 1983 al 17 aprile 1987 e Segretario del Partito Socialista Italiano dal 1976 al 1993.

La quale questa sera, alle 17.30, sarà in sala matrimoni, a Palazzo Estense, per la presentazione del libro di Andrea Buffoni «Ricordare con gli occhi della mente» edito da Macchione.

Un racconto che, nelle intenzioni dell’autore, vuole rappresentare, dopo anni di silenzio e solitudine, «una ricostruzione serena di verità, nonché la volontà di restituire un senso compiuto, e persino una bellezza, ad una straordinaria, lunga, intensa vicenda politica, ricca di passioni e ideali, che si è snodata tra Palazzo Borghi, Palazzo Madama e Montecitorio». L’incontro vedrà la partecipazione del professore di storia dell’Insubria Giuseppe Armocida, del docente dell’università Cattolica Robertino Ghiringhelli e del giornalista Mauro Della Porta Raffo.

Ovviamente, il libro fornirà anche l’occasione di parlare di politica, di analizzare la situazione odierna e gli scenari che si apriranno dopo il referendum costituzionale.

Io credo che il rischio che la storia venga scritta dai vincitori in modo distorto è grande. In realtà i socialisti non sono stati sconfitti dalla storia. L’opera di Andrea Buffoni racconta di un periodo storico che non c’è più. Il partito socialista era una comunità. Quello era un momento in cui i partiti facevano cose importanti, selezionavano la classe dirigente politica, consentivano a tanti figli di nessuno di allearsi e di fare strada e agli elettori la partecipazione e il sentirsi parte di un processo decisionale, nonché di far arrivare la propria voce al dirigente di partito. Il libro racconta di una politica che non era, citando Francesco Guccini, “per solo far carriera”, ma fatta di passione e di spirito di servizio alla comunità e alla nazione.


Non sono solo io a pensare che oggi quei valori non ci siano più. Quel sentimento di comunità ormai lo portiamo solo nel cuore. I partiti non sono più comunità, ma marchi in franchising. E io credo che, come diceva Craxi, “la storia andrà scritta e bene per far sì che possa portare un contributo”; questa sera porteremo il nostro contributo.


È inevitabile. Craxi parlava di una “grande riforma” che avrebbe dovuto investire tutto il Paese, ma di una riforma di questo tipo ancora non vi è traccia nella politica di oggi. Tutto questo è ben lontano dal disegno che aveva Craxi nel 1980. La grande riforma spingeva per un risanamento della pubblica amministrazione al centro come alla periferia, riformando in modo razionale e moderno gli enti locali, avvicinandosi nell’arco di alcuni anni agli standard europei di efficienza, produttività e qualità dei servizi. Mi auguro che i cittadini italiani non si facciano imbrogliare.

In primo luogo, l’ennesimo esproprio democratico ai cittadini che vengono privati della possibilità di eleggere i propri rappresentanti.

Stiamo parlando di una riforma che, anziché semplificare, complicherà e amplificherà i conflitti tra il nuovo Senato, la Camera e le Regioni. Se dovesse vincere il sì, a decidere di cose importanti, come per esempio dei trattati europei, saranno le stesse persone elette per fare i sindaci, amministratori che avranno la possibilità di occuparsi di temi cruciali solo marginalmente, nei ritagli di tempo.

Queste sono solo tre ragioni di una riforma sbagliata perché elaborata da un solo partito e immaginata da un solo Governo. Oggi come ieri è necessario unire i cittadini e non dividerli, mentre con questo referendum si va nella direzione opposta.

«No, vivo a Roma e non conosco abbastanza Varese, anche se vengo spesso da queste parti perché mio marito è di Sesto Calende».

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