I residenti di via Morosini protestano: «Va fatto qualcosa e va fatto subito»

Rabbia e indignazione affidata ai social da chi quotidianamente ha a che fare con questa realtà

Rissa in via Morosini: Varese si schiera al fianco con chi vive e lavora nella zona. Solidarietà espressa attraverso decine di messaggi pubblicati sui social network da altri varesini.

Che confermato quanto lamentato da residenti e commercianti: «Sei in centro, sembra di essere nella periferia più estrema». Sono soprattutto i pendolari a fare un ritratto poco edificante della zona: «Di giorno, ancora ancora, ma è dalle 20 in poi, soprattutto d’inverno, che passare nella zona mette una certa apprensione». Sono veri e propri raggruppamenti di ragazzini che «gridano, insultano, bestemmiano. Mangiano seduti sui marciapiede abbandonando poi per terra di tutto. E non è inusuale – scrivono gli utenti – che ve ne sia qualcuno, giovanissimo, che alle 6 del pomeriggio gira con una bottiglia di birra in mano».

E il problema dei rifiuti abbandonati è un altro di quelli segnalati da chi vive e lavora nella zona. Insieme a quello degli schiamazzi: «D’estate con le finestre aperte vanno avanti sino alle quattro del mattino con grida di ogni genere. E se qualcuno osa, esasperato, chiedere di smettere per poter riposa, viene insultato in maniera irripetibile».

Anche il problema dei litigi molto violenti viene segnalato: «Senza arrivare agli estremi raggiunti lunedì è verissimo che molto spesso si azzuffano fra loro». Anni fa uno scontro tra minorenni era stato addirittura organizzato attraverso social e chat: le due fazioni si erano date appuntamento per un regolamento di conti poi fermato dalla polizia di Stato. Sempre attraverso i social emerge infine un certo pregiudizio. «I nostri ragazzi sono maleducati questo è certo. Ma coltelli e tirapugni non sono cose che i nostri ragazzi utilizzano. Lo fanno gli stranieri». Nell’economia della gravità dell’accaduto la nazionalità dei partecipanti alla rissa scoppiata alle 10.30 di lunedì mattina sotto gli occhi di decine di testimoni che ha coinvolto otto persone è un dettaglio del tutto irrilevante.

In ogni caso, per amor di cronaca, va precisato che erano italiani coloro che si sono presentati, dopo aver ricevuto una richiesta d’aiuto dal sedicenne colpito con un pugno dal rivale in amore, con coltello e tirapugni. Per la precisione erano il padre, il fratello maggiore e quattro amici tutti adulti, del sedicenne che ha lanciato l’sos. Soprattutto, però, resta la solidarietà a chi frequenta ogni giorno via Morosini: «Va fatto qualcosa. E va fatto subito».