I rioni riprendono a vivere. Ma serve il coordinamento

Il cinema approda nel Parco del Cagnolino di via Brunico

Sabato 15, alle ore 21.30, il progetto “Movie rider” – Cinema nei quartieri di FilmStudio- Cortisonici approderà al Parchetto del Cagnolino di via Brunico. Titolo della proiezione: “Mine”, scritto e diretto da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro; in tutto, sedici film proiettati in altrettanti angoli da far rivivere della città. Un’iniziativa in sé lodevole: peccato che a tutela del suddetto parchetto operi da anni la Compagnia del Cagnolino e non sia stata minimamente avvisata dell’evento.

«Abbiamo appreso la notizia da Facebook» spiega , la “capitana” del comitato di quartiere che lo scorso dicembre ha ufficialmente adottato il parchetto alla presenza dell’assessore Dino De Simone. «Non possiamo negare di esserci rimasti male: non per il fatto del cinema all’aperto, perché anzi è nel nostro interesse che il luogo sia conosciuto e frequentato. Ma riteniamo una mancanza di rispetto nei nostri confronti l’aver dimenticato di avvisarci: siamo i tutori ufficiali del luogo assieme alla scuola media “Salvemini”, che sta realizzando il murale, e non abbiamo ricevuto nessuna telefonata o mail da parte di nessuno: né degli organizzatori né tantomeno da parte dell’amministrazione, che pure ci vede spesso ai laboratori di cittadinanza attiva di via Busca e ha tutti i nostri recapiti». Nemmeno la scuola sarebbe stata ufficialmente avvisata del fatto.

Il luogo adottato dalla Compagnia corrisponde al vecchio “pratun” un tempo di proprietà di Luigi Ganna: la nota azienda di cicli e motocicli era poco distante, sul viale Belforte. La storia del vincitore del primo giro d’Italia, del quale ricorre il 60esimo dalla morte, unitamente a quella del contraltare femminile, “Graziella”, che lavorava nel vicino Figini, è stata raccontata in uno dei murali dagli studenti di terza in staffetta coi colleghi dell’anno precedente, autori del dipinto sulla Belfortese (che in epoche passate talvolta si allenava proprio nel “pratun”).

«Ci è spiaciuto perché noi non siamo solamente quelli che puliscono: facciamo parte dell’anima di questo luogo assieme a tutti coloro che ci hanno preceduto, le cui storie sono rappresentate di anno in anno dalla scuola. Sarebbe opportuno quindi che chiunque volesse utilizzare questo spazio per motivazioni culturali, devozionali o altro, preventivamente autorizzati, si soffermasse a considerarne la storia e magari ci invitasse a parlarne, visto che è stato anche ribattezzato con il nostro nome da due anni a questa parte e che il sindaco Galimberti iniziò proprio da qui il suo tour dei quartieri».